Cronache

Il padre della 14enne stuprata: "Così ho scoperto le belve rom"

Il racconto del padre di una delle vittime: "La verità è che mia figlia ha peccato di ingenuità, anche se a me e alla madre quel tipo non è mai piaciuto. Sono stato io a portare le fotografie di quel ragazzo ai carabinieri, le ho trovate su Facebook"

Il padre della 14enne stuprata: "Così ho scoperto le belve rom"

Una violenza "premeditata" quella compiuta da due romeni di 20 e 21 anni accusati di aver stuprato due 14enni romane, una delle quali conosciuta su Facebook, dopo averle minacciate di morte e legate con delle manette in una zona boschiva in zona Collatina il 10 maggio scorso. Lo scrive il gip Costantino De Robbio nel provvedimento cautelare emesso nei confronti dei due stranieri: Mario Seferovic, 22enne accusato di essere l'autore materiale delle violenze e Maikon Bilomante Halilovic, 26 anni accusato di aver fatto da palo. Violenza sessuale di gruppo continuata e sequestro di persona continuato sono i reati contestati dal gip.

"La scelta del luogo" dove sono state commesse le violenze "è un primo importante elemento che dimostra la premeditazione del delitto - si legge nell'ordinanza - così come l'utilizzo di manette che il reo aveva portato con sé con l'inequivocabile intento di farne uso per legare le vittime ed impedire loro di fuggire durante lo stupro programmato. Il ricorso ad un complice demandato a sorvegliare l'accesso al vicolo per consentire la violenza carnale senza timore di essere interrotti ed aumentare il metus (timore, ndr) nelle vittime aggrava ulteriormente un fatto già di per sé estremamente allarmante". Secondo il giudice non ci sono dubbi in merito alla corretta individuazione dei due indagati cui si è giunti dopo la denuncia presentata il 9 giugno dai genitori di una delle due minori.

E proprio il genitore di una delle vittime racconta al Corriere della Sera: "La verità è che mia figlia ha peccato di ingenuità, anche se a me e alla madre quel tipo non è mai piaciuto. Sono stato io a portare le fotografie di quel ragazzo ai carabinieri, le ho trovate su Facebook. Gli ho dato anche il telefono (un’utenza intestata a una pensionata romana) e qualche giorno dopo pure la foto del complice. È stata mia figlia a recuperarla". E ancora parlando di Seferovic: "Quello si presentava sotto casa, voleva uscire con mia figlia. Un giorno lei ha ceduto, non doveva farlo.

È stata ingenua".

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