Cronache

Uno picchia, l'altro tortura: padre e figlio a processo

Ci sono voluti quattro anni per giungere alla discussione del processo che vede imputati i due uomini

Uno picchia, l'altro tortura: padre e figlio a processo

Padre e figlio si troveranno insieme in un’aula del Tribunale di Monza. Uno con l’accusa di aver torturato il nipotino e l’altro per aver picchiato la moglie. Questa assurda vicenda è avvenuta a Monza. Come ha spiegato Il Giorno, tutto ha avuto inizio quando il bambino, che al momento dei fatti aveva 5 anni, era stato portato dal medico per curare delle piccole bruciature su braccia e gambe. Il piccolo in quella occasione avrebbe rivelato di essere stato bruciato con una sigaretta dal nonno paterno. La madre, una trentenne residente in Brianza, separata solo da qualche mese dal marito, ha scoperto in quel momento quella tragica realtà. Non bastava aver accusato il coniuge, padre dei suoi due figli, di stalking e violenza sessuale, adesso la 30enne doveva scoprire anche le torture da parte del nonno a suo figlio.

Finalmente, dopo quattro anni, è giunta la resa dei conti. In tribunale, sul banco degli imputati, vi saranno padre e figlio. Carlo Cinque, il pubblico ministero monzese, ha chiesto 8 anni di prigione per l’ex marito e allo stesso tempo dieci mesi per il nonno di 65 anni. La donna, come ha riportato il giornale, ha deciso di costituirsi parte civile e ha chiesto un risarcimento economico sia per se stessa che per il bambino, che ora ha nove anni. I fatti sarebbero riconducibili all’aprile del 2015, anno in cui la moglie si sarebbe rivolta alle Forze dell’ordine per accusare il marito di stalking, con tanto di messaggi minacciosi, foto e video alla mano. Inoltre l’uomo, sempre in quel periodo, l’avrebbe minacciata e picchiata, fino a violentarla.

Il nonno invece avrebbe torturato il nipotino con la cenere della sigaretta, provocandogli dolore e segni su tutto il corpicino. A seguito delle accuse rivolte sono scesi in campo i servizi sociali che hanno allontanato i due figli della coppia impedendo ai nonnni materni di vederli per qualche tempo. I due imputati si sono sempre dicharati innocenti. Le bruciature di sigarette, secondo la difesa, non sarebbero altro che punture di zanzare, alle quali il bambino sarebbe sempre stato molto sofferente.

Parere che si va a scontrare con quello dei medici che hanno visitato la creatura. Senza contare che proprio la vittima avrebbe accusato il nonno. Per quanto invece riguarda la presunta violenza sessuale, la difesa avrebbe ammesso che tra i due coniugi, anche se separati, ci sarebbe stata un’intesa sessuale a volte troppo calda. Di tutt’altra opinione la diretta interessata.

Appuntamento al prossimo 8 luglio in tribunale per la sentenza.

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