Cronache

Il papà di Luca: "Gli assassini sono balordi assetati di violenza"

Alfonso Sacchi, papà di Luca, racconta la morte di suo figlio, il 24enne ucciso a Colli Albani mentre cercava di difendere la sua fidanzata da due rapinatori

Il papà di Luca: "Gli assassini sono balordi assetati di violenza"

"Balordi assetati di violenza". Alfonso Sacchi, papà di Luca, li definisce così gli assassini di suo figlio, il 24enne ucciso a Colli Albani mentre cercava di difendere la sua fidanzata da due rapinatori.

"Non aveva neppure 25 anni, povero figlio mio. Ma perché gli hanno sparato? Ladri, farabutti, delinquenti. Me l’hanno ammazzato, me l’hanno ucciso sotto gli occhi della fidanzata", dice il papà della vittima in un'intervista rilasciata a La Stampa poche ore dopo che i medici hanno certificato la morte del giovane Luca. "'Ha il cuore forte di un giovane atleta' mi avevano detto, precisando però che la sua vita era appesa a un filo. Ma io un po’ mi ero illuso, speravo che ce la facesse", racconta il padre che rievoca anche i momenti dell'aggressione. La ragazza di Luca, Anastasia, sarebbe stata colpita in testa con una spranga di ferro e, poi, le sarebbe stato portato via lo zaino con la forza. Subito dopo, uno dei due aggressori le avrebbe dato un'altra botta e, solo a quel punto, sarebbe intervenuto Luca per difendere la sua fidanzata. "Forse ha reagito anche perché non sopportava le ingiustizie. Era un pezzo di pane, buono e generoso. Era molto forte, perché era un personal trainer ed era molto allenato, oltre che dalla palestra, anche dalle arti marziali in cui brillava", dice di lui Alfonso Sacchi. E ancora:"Luca era un ragazzo pacifico: nonostante fosse forte fisicamente non era il tipo da cercare guai. Anzi se ne teneva alla larga". Il padre giura che il giovane Luca non avesse nemici e che si trovava lì solo per salutare suo fratello minore di 19 anni. "Per un soffio non ha assistito anche lui all’omicidio. Luca e Anastasia erano da poco usciti dal pub, mentre Federico era rimasto dentro. A un certo punto ha sentito un’esplosione. Mi ha raccontato che dal rumore si capiva chiaramente che era un colpo di pistola", aggiunge il padre della vittima. Solo dopo lo sparo Federico è uscito fuori dal locale "e ha visto suo fratello in una pozza di sangue", ma non ha avuto il coraggio di chiamare i soccorsi.

"No, era troppo spaventato", ha concluso.

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