Cronache

Un papà non può pagare le bollette: sconosciuto salda l'arretrato

Ad un papà residente nel padovano è stata interrotta la fornitura di luce e gas per un insoluto da 600 euro. Disperato, l'uomo ha chiesto invano una rateizzazione. Ma un benefattore sconosciuto ha saldato l'arretrato

Un papà non può pagare le bollette: sconosciuto salda l'arretrato

Un lavoro instabile e non remunerato abbastanza da poter soddisfare adeguatamente le esigenze di quattro figli senza mancare uno standard di vita dignitoso. E poi, le bollette da pagare. Tante, troppe. Così, nell'inferno di una routine quotidiana – quella che potrebbe essere di una famiglia qualunque – un papà si è visto staccare la fornitura domestica di luce e gas per un arretrato insoluto. Disperato, l'uomo ha provato a contrattare invano una rateizzazione dell'importo con l'ufficio riscossione della compagnia. Ma un ignaro benefattore ha provveduto a saldare il debito al suo posto.

Una storia a lieto fine, di quelle che colpiscono dritto al cuore. La vicenda è accaduta a Conselve, in provincia di Padova, negli uffici della Centro Veneto Energie (CVE) di piazza XX Settembre, condivisi con Acquevenete, società pubblica che gestisce gli acquedotti della padovana e del rodigino (dichiarta totalmente estranea ai fatti). Nella mattinata di sabato 7 dicembre, un uomo – del quale non sono state diffuse le generalità per ragioni di privacy – si è precipitato allo sportello CVE visibilmente preoccupato. Quando è giunto il suo turno, ha spiegato all'operatore di essere senza gas né corrente a casa. Attraverso una rapida verifica, è emerso che l'utenza aveva accumulato un arretrato sostanzionso, motivo per cui gli era stata interrotta la fornitura. Per ripristinare il servizio, sarebbe stato necessario pagare l'intero ammontante dell'insoluto, bollette pari al valore 600 euro.

"E come faccio? Io ho 4 bambini... Posso pagare ratealmente?", ha domandato il papà disperato. Ma l'operatore, seppur dispiaciuto dalla circostanza infelice, ha dovuto declinare la richiesta:"Non può, mi dispiace", gli ha risposto. A quel punto, l'uomo non ha potuto fare altro che allontanarsi dallo sportello in lacrime. Ma qualcuno, un anonimo benefattore, si è fatto avanti per saldare il debito. Uno sconosciuto che aveva assistito alla conversazione, ha susssurrato sottovoce all'impiegato: "Saldo io per lui. Ma aspettate a comunicarglielo perché voglio restare anonimo e non voglo che dall'operazione risalgano alla mia persona. Però, voi fate in modo che possa riavere subito luce e gas".

La vicenda, che è rimbalzata sui social già nella giornata di domenica, è stata conferamata da Acquavenete con una nota. "Nell'ultimo trimestre, si è proceduto a una sola cessazione per morosità - precisa la società –e si trattava di un privato.

L'episodio è reale ma non riguarda la fornitura dell'acqua, che non è mai stata interrotta a questo utente, risultato adempiente".

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