Cronache

Il Papa sceglie un gesuita per gestire 10 miliardi del Vaticano

Papa Francesco ha deciso: il prefetto per la Segreteria per l'Economia è il gesuita Guerrero Alves. Si prepara la svolta riformista

Il Papa sceglie un gesuita per gestire 10 miliardi del Vaticano

Papa Francesco si è affidato ad un confratello gesuita per riformare la gestione delle finanze del Vaticano. Padre Guerrero Alves, l'uomo chiamato alla successione del cardinale George Pell come prefetto della Segreteria per l'Economia, è uno dei consiglieri generali della Compagnia di Gesù. Com'è già accaduto per altri ruoli chiave, il pontefice argentino ha preferito nominare un membro dell'ordine fondato da Sant'Ignazio di Loyola. Un altro consacrato proveniente dall'istituto religioso di diritto pontificio cui appartiene anche il pontefice argentino, quindi, è entrato a far parte della squadra che deve dare manforte alla spinta riformista di questo pontificato. E le questioni da prendere in considerazione non saranno poche.

Intanto è possibile tenere a mente un aspetto: quando si è trattato d'individuare il successore del cardinale Gherard Mueller all'ex Sant'Uffizio, il Santo Padre ha optato per mons. Francisco Ladaria, che, come Alves è a sua volta spagno e gesuita. Non si tratta di monopolizzare le gerarchie ecclesiastiche. Pure perché Guerrero Alves ha un curriculum studiorum del tutto adatto al compito che gli è stato assegnato. Ladaria è diventato cardinale. Difficile, per il titolare della Congregazione della Dottrina della Fede, non ricevere la dignità cardinalizia.

Il nuovo "ministro" delle Finanze Vaticane, invece, non potrà dire lo stesso. Stando a quanto riportato da Repubblica, è possibile annotare come, prima di ufficializzare questa nomina, il Santo Padre ed il superiore generale dei gesuiti, ossia padre Artur Sosa, abbiano convenuto sul fatto che Alves non dovesse essere elevato a vescovo. Pare che il vertice dei gesuiti confidi sul fatto che Guerrero Alves possa fare ritorno sul fronte originario. Il neo prefetto non resterà impigliato nelle logiche gerarchice della Curia romana. Mueller e Pell, i due alti ecclesiastici che per motivi molto diversi hanno smesso di presiedere due Congregazioni centrali, sono stati spesso associati al vecchio corso ratzingeriano, se non altro per prossimità dottrinale.

In relazione allo scandalo sollevato per le presunte operazioni finanziarie per cui sono state sospese cinque persone incaricate nella Santa Sede, il Papa della Chiesa cattolica ha voluto imprimere un'accelerata. Prima la nomina di Giuseppe Pignatone nel Tribunale del Vaticano, poi è arrivata l'attesa designazione del "ministro" delle Finanze. Un dicastero che è deputato, stando sempre ai conti derivanti da una ricostruzione fatta dalla fonte sopracitata, all'amministrazione di circa 10miliardi. Padre Guerrero Alves non può incidere su quanto già avvenuto in questi anni, ma può di sicuro dare la sterzata in termini di trasparenza.

Quella sterzata che Jorge Mario Bergoglio ritiene necessaria sin da pochi giorni dopo il passato Conclave.

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