Cronache

Il Papa tende la mano all'islam: "Fondamentalisti anche da noi"

Bergoglio invita i fedeli cristiani a un "dialogo rispettoso" con l'islam. Ma condanna duramente le violenze

Il Papa tende la mano all'islam: "Fondamentalisti anche da noi"

Papa Francesco tende la mano ai musulmani. Per il Pontefice è, infatti, evidente come "nessuna religione sia immune dal rischio di deviazioni fondamentalistiche o estremistiche in individui o gruppi", ma al tempo stesso invita a "guardare ai valori positivi che esse vivono e propongono, e che sono sorgenti di speranza. Si tratta di alzare lo sguardo per andare oltre". E chiede che tra il cristianesimo e l’islam ci sia un dialogo "aperto e rispettoso". "Il rispetto reciproco - mette in chiaro - è condizione e, nello stesso tempo, fine del dialogo interreligioso".

Nel discorso pronunciato in piazza San Pietro in occasione dei 50 anni della Nosta Aetate, papa Francesco esorta i credenti di entrambe le fedi a "rispettare il diritto altrui alla vita, all’integrità fisica, alle libertà fondamentali, cioè libertà di coscienza, di pensiero, di espressione e di religione". L’Udienza Generale tenuta oggi dal Santo Padre ha un carattere ecumenico. Per questo lascia inizialmente la parola al cardinale Jean Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, che sottolinea come attraverso quel documento "la Chiesa, ponendosi in ascolto di un mondo in rapido cambiamento, ha cominciato in modo deciso a invitare i suoi membri a promuovere relazioni di rispetto, amicizia e dialogo con persone di altre religioni". "I musulmani - ricorda il Pontefice - adorano il Dio unico, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini. Si riferiscono alla paternità di Abramo, venerano Gesù come profeta, onorano la sua Madre vergine, Maria, attendono il giorno del giudizio, e praticano la preghiera, le elemosine e il digiuno".

Nel discorso in piazza San Pietro papa Francesco rileva che "a causa della violenza e del terrorismo si è diffuso un atteggiamento di sospetto o addirittura di condanna delle religioni". Ma non bisogna farsi paralizzare dalla paura, ha spiegato perché "il dialogo basato sul fiducioso rispetto può portare semi di bene che a loro volta diventano germogli di amicizia e di collaborazione in tanti campi, e soprattutto nel servizio ai poveri, ai piccoli, agli anziani, nell’accoglienza dei migranti, nell’attenzione a chi è escluso". "Possiamo - afferma - camminare insieme prendendoci cura gli uni degli altri e del creato.

Insieme possiamo lodare il Creatore per averci donato il giardino del mondo da coltivare e custodire come un bene comune, e possiamo realizzare progetti condivisi per combattere la povertà e assicurare ad ogni uomo e donna condizioni di vita dignitose".

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