Cronache

Perché il Papa anti-Medjugorje rischia lo scisma

Perché il Papa anti-Medjugorje rischia lo scisma

È inutile girare intorno a ciò che è chiaro: questo Papa non ama Medjugorje. La Madonna «capufficio postale» che manda ogni giorno messaggi cui si riferisce è proprio quella bosniaca (anche se di etnia croata). E forse ha proprio deciso che il tempo è maturo per prendere in mano la patata bollente. «Questa moda della Madonna superstar, come una protagonista che mette se stessa al centro, non è cattolica». È l'ultima sua tirata. Questo Papa, si sa, ama parlare a braccio e obbliga perciò all'esegesi del suo pensiero. Tuttavia, a noi giornalisti rimane solo il virgolettato di quel che ha detto, e su quello dobbiamo lavorare. Nei messaggi da Medjugorje, va detto, la Madonna non mette se stessa al centro, ma si riferisce sempre a suo Figlio. Il quale ci si faccia caso - non «appare» quasi mai, ma manda sempre sua Madre. Infatti, i grandi santuari (e pure quelli piccoli) che attirano le folle dei fedeli sono tutti mariani. Le più importanti manifestazioni del soprannaturale (Lourdes, Fatima, ma anche in Argentina) sono discese sulla terra della Madonna, non di Gesù Cristo. È chiaro e lampante che è lei la «Mediatrice di tutte le grazie» perché vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole (mi si permetta la citazione dantesca). Papa Francesco, la cui strategia è a questo punto chiara, manda un suo inviato (plenipotenziario o semplice osservatore?) a Medjugorje per avere da lui un dossier finale «entro l'estate prossima». Mistero (ennesimo) di tutto ciò che ha a che fare con quella remota località. Un altro dossier? E quello della commissione Ruini istituita nel 2010 da Papa Ratzinger? Che cos'altro c'è da sceverare nell'affaire Medjugorje? Sono stato due volte in quel luogo e ci ho pure fatto un libro sopra con Mondadori. Sì, ci sono tanti business - negozi di oggetti religiosi, alberghi, viaggi organizzati -, ma non così diversi da quelli che trovate a Lourdes, a Fatima, a San Giovanni Rotondo. Ma la mia opinione non conta. Contano i numeri, con cui un Papa così attento alla popolarità deve confrontarsi. Un milione di pellegrini l'anno in oltre trent'anni fa una cifra considerevole. C'è un sacco di gente, anche vip, che deve tutto a Medjugorje, o la salute o un felice cambiamento di vita. Se Francesco facesse una mossa falsa sul tema questa volta non dovrebbe subire una semplice pasquinata, ma molto peggio. Fuor dai denti: uno scisma silenzioso, milioni di persone che di una decisione sgradita semplicemente se ne sbatterebbero e continuerebbero a «votare coi piedi» impipandosene del Papa. Il primo pontefice gesuita astutamente ha blandito i media, soprattutto quelli pregiudizialmente avversi, per anni, così da avere una sponda sicura nella sua manovra, interna, di creare una Chiesa a sua immagine e somiglianza. Bene, è così che si fa, ha tutta la mia ammirazione. Però Medjugorje, ripetiamo, è una patata bollente, che ha tutti i requisiti per trasformarsi in una buccia di banana. Il vescovo di Mostar, da cui dipende, non ci crede. Né la Chiesa può sconfessarlo (anche se al Papa gesuita non mancherebbe l'estro per trovare il modo). Ma la Chiesa non può neanche cagionare quello scisma silenzioso di cui si è detto. L'unica soluzione è decidere di non decidere, cosa che ha fatto finora. Ma allora, a che pro mandare l'ennesimo visitatore? Forse per continuare a tenere tutti sulle spine? Boh. Medjugorje, si è detto, è un mistero.

Forse è un mistero che contempla varie puntate.

Commenti