Cronache

Perché sono crollati i cavalcavia: la difesa dell'Anas alla Camera

L'Anas in audizione alla Camera per spiegare cosa ha portato al crollo di diversi viadotti e cavalcavia negli ultimi tre anni

Perché sono crollati i cavalcavia: la difesa dell'Anas alla Camera

I cavalcavia crollati in più parti d'Italia negli ultimi anni? Non è colpa della cattiva manutenzione.

A dirlo è Gianni Vittorio Armani, presidente dell'Anas, ascoltato dalla commissione Ambiente della Camera proprio sui crolli degli utlimi tre anni. "I cedimenti che negli ultimi tre anni hanno interessato alcune opere viarie, non tutte in gestione Anas, hanno avuto cause di natura differente", ha spiegato, "In tutti i casi non è lo stato di manutenzione la prima causa del crollo, anche se in alcuni è la concausa".

In particolare il crollo del viadotto Scorciavacche, quello tra Palermo e Agrigento ceduto nel 2015, è stato causato da "vizi in fase di costruzione nella realizzazione incompleta delle opere idrauliche intorno". Nel caso del viadotto Himera (A19 Palermo-Catania) si è trattato invece di "dissesto idrogeologico, una estesa frana di versante non gestita". Per il viadotto Italia (Salerno-Reggio Calabria) è stato "un caso di errore della gestione del cantiere, in particolare della demolizione del viadotto stesso": l'operaio morto nel crollo avrebbe infatti demolito gli elementi strutturali.

Veniamo ai più recenti, come quello di Annone Brianza (Lecco), il cui crollo è stato causato dall'uso "sbagliato e inopportuno" del viadotto. E cioè "ripetuti trasporti eccezionali non adeguati alla portata della struttura".

E poi il cavalcavia sull'A14 all'altezza di Camerano (Ancona) che ha ucciso una coppia. In questo caso a far cedere la struttura è stato "un errore di cantiere nella fase di sollevamento" del viadotto stesso.

Fino all’ultimo episodio: il cedimento del cavalcavia La reale della tangenziale di Fossano (Cuneo), che ha centrato un'auto di carabinieri, fortunatamente senza fare morti.

Anche in questo caso l'Anas parla di "probabili vizi in fase di costruzione", dal momento che "l’opera era sottoposta a regolare attività di ispezione e sulla stessa non erano stati programmati interventi di manutenzione straordinaria in quanto non presentava evidenze di problematiche strutturali".

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