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Il pericolo è Woodcock

La maggior parte delle sue clamorose indagini è finita nel niente. Serve cautela per non consegnare l'Italia ai magistrati

Il pericolo è Woodcock

Come andrà a finire l'inchiesta che vede coinvolti anche Tiziano Renzi, padre dell'ex premier, e il ministro Luca Lotti lo vedremo. Essendoci di mezzo il pm napoletano Henry John Woodcock andrei molto cauto, la maggior parte delle sue clamorose indagini è finita nel niente (una riguardava anche il sottoscritto) dopo aver provocato danni enormi a persone e istituzioni (compresi i rimborsi, a nostre spese, per ingiuste detenzioni).

«Cautela» è il consiglio non richiesto che mi permetto quindi di dare ai parlamentari presto chiamati a votare la sfiducia al ministro Lotti. E non mi riferisco tanto ai proponenti della mozione, cioè ai grillini, che i loro indagati (tipo la Raggi, sindaca di Roma) li incollano alle poltrone mentre quelli degli altri li getterebbero tutti dalla torre a prescindere, sperando di raccattare così un voto in più. Parlo di chi sulla pelle di Lotti vuole regolare altri conti. Che siano i deputati di opposizione, che sperano così di far cadere il governo Gentiloni, o quelli di maggioranza che si trovano sul fronte della guerra civile in corso dentro il Pd e più in generale dentro la sinistra. Alcuni di questi, per esempio Cuperlo ed Emiliano, sono già usciti allo scoperto sulla necessità che Lotti faccia un «passo indietro» per il bene comune.

Un semplice avviso di garanzia, quindi, da oggi è sufficiente per pretendere le dimissioni? Passi che certe giravolte le faccia Grillo (parliamo di un comico). Ma che ad azzannare un compagno di partito siano dirigenti del Pd deve fare riflettere. E dire che è ancora fresca la lezione del presidente del Pd campano, Stefano Graziano, indagato per associazione mafiosa e poi prosciolto con le scuse del tribunale. E pensare che non è passato tanto tempo da quando Cuperlo ha votato, senza battere ciglio, la fiducia al governo Renzi, che aveva in squadra ben cinque indagati.

Non prendiamoci per i fondelli, cari Cuperlo ed Emiliano. Lasciate stare il «bene del Paese» e abbiate il coraggio di dire che oggi volete la testa di chiunque giri attorno a Renzi per interessi politici vostri. Io ho usato l'altra sera in tv la parola «sciacalli» e vi siete offesi. Passatemi almeno «avvoltoi», o quantomeno «stolti» perché ancora una volta state consegnando il Paese ai magistrati.

Io, come noto, non sto con Renzi né con Lotti.

Ma meglio in mano loro che in quelle di Woodcock.

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