Cronache

Più che le spese folli le inchieste

Più che le spese folli le inchieste

Non abbiamo mai simpatizzato per la casta dei politici, tanto meno per quella sostanzialmente inutile e faraonica delle Regioni. Abbiamo dato ampio risalto a tutte le inchieste sulle spese pazze dei consiglieri di tutte le regioni d'Italia che tanto hanno contribuito a indignare l'opinione pubblica, a ingrassare l'astensionismo e il partito di Grillo. Sì, abbiamo contribuito allo sputtanamento della classe politica, ma adesso c'è un problema. La maggioranza di quelle inchieste giudiziarie non regge, non come poteva sembrare a caldo. Ieri il giudice per l'udienza preliminare del tribunale di Ancona ha disposto il non luogo a procedere perché il reato non sussiste per 55 consiglieri accusati dai pm di peculato e truffa, cinque li ha assolti per rito abbreviato e solo sei andranno a giudizio ma non per tutti i capi di accusa.

Parliamo quindi di un'inchiesta flop, simile nei risultati a quelle che a fatica e rilento stanno andando in porto un po' in tutta Italia. Certo, abbiamo ancora in mente i casini combinati nel Lazio da Batman-Fiorito, a Milano da Trota-Bossi e tanti altri casi di mascalzoni. Ma evidentemente non è vero che i politici sono «tutti ladri» come hanno voluto farci credere le procure (ieri, per esempio, è stata archiviata l'inchiesta per concorso esterno in associazione mafiosa sull'ex presidente del Pd campano Stefano Graziano).

Inseguendo migliaia e migliaia di scontrini di caffè e ricevute di ristoranti come fossero carichi di cocaina abbiamo intasato i tribunali, speso una montagna di euro ben più grande del presunto maltolto, sputtanato persone e istituzioni, e tutto questo per cosa? Sei rinvii a giudizio nelle Marche, qualcun altro qui e là (e non è detto che questi signori saranno alla fine condannati). Io dico che anche un solo scontrino non a norma di legge è una vergogna ma altra cosa - e ben più grave - è fare perdere a cuor leggero e con una buona dose di dilettantismo la fiducia dei cittadini in chi ci amministra. Se poi la conseguenza è di consegnare alla Raggi e alla sua banda di boy scout un po' bugiardi il governo oggi della capitale e, forse, domani del paese, allora ti viene il dubbio che il vizietto della magistratura di fare politica selettiva non sia solo una fantasia. Quel «tutti ladri» è un cancro, spontaneo o indotto non lo so.

Ma è un cancro.

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