Cronache

Piazza Vittorio Emanuele inaugurata nel giorno della legge razziale

Polemiche a Busto Arsizio (VA). Sabato si svolgerà la cerimonia alla presenza di Emanuele Filiberto di Savoia. Ma il 17 novembre 1938 fu promulgato il regio decreto sulla difesa della razza italiana.

Piazza Vittorio Emanuele inaugurata nel giorno della legge razziale

Bufera “regale” a Busto Arsizio, in provincia di Varese. Sabato prossimo, 17 novembre, verrà inaugurata, dopo la riqualificazione, piazza Vittorio Emanuele II. Alla cerimonia parteciperà anche il pronipote del sovrano a cui è intitolata l’area, il Principe Emanuele Filiberto di Savoia.

Ma la riapertura della zona del centro storico sta passando in secondo piano perché a divampare sono le polemiche. La data del taglio del nastro coincide con la triste ricorrenza della promulgazione, 80 anni fa, del Regio decreto 1728 sulla difesa della razza italiana. Allora il re era Vittorio Emanuele III.

L’ANPI ha organizzato un incontro per il 16 novembre dal titolo “Monarchia e fascismo: dalle leggi razziali alla tragedia della shoah” e il Comitato Antifascista città di Busto Arsizio propone una contro-inaugurazione con canti di lotta e di resistenza e il flash mob “Ho visto un re. Sa la vist cus’è”.

E' singolare e allarmante – scrive il Comitato - che nel centenario della Prima Guerra Mondiale, la cui causa non può non essere imputata alla responsabilità di casa Savoia, ad 80 anni esatti dalla firma ingloriosa dello stesso Savoia delle leggi razziali del governo fascista (il Regio Decreto 1728 del 17 novembre 1938), sceso a patti con i nazisti, generando morte e flagello per l’Italia intera, il sindaco della Città di Busto Arsizio, medaglia di Bronzo per la Resistenza, chiami l’ultimo rampollo di questa sciagurata casa “reale” per inaugurare una piazza”.

L’assessore al marketing territoriale di Busto Arsizio, Paola Magugliani, con una lettera aperta, si è scusata se la coincidenza può aver urtato la sensibilità di qualcuno. La Magugliani, sottolineando come Vittorio Emanuele II sia il re a cui sono dedicate tante piazza e tante vie perché ha unito l’Italia, si è detta consapevole che il cognome Savoia possa ricordare anche le leggi razziali.

Ma Savoia, ha scritto, è anche Mafalda, morta tra atroci sofferenze nel 1944 a Buchenwald, è anche Carlo Alberto, che il 29 Marzo 1848 firmò il decreto col quale concedeva la parità dei diritti civili agli ebrei e agli altri “acattolici”.

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