Cronache

Poliziotto critica Roberto Saviano: 'Per lui noi non esistiamo'

Antonio Fusco, funzionario di polizia e scrittore, presenta il suo nuovo libro. Poi le considerazioni su Saviano: "Per lui noi poliziotti non esistiamo"

Poliziotto critica Roberto Saviano: 'Per lui noi non esistiamo'

"Molti vedono nel poliziotto il soggetto ignorante, che mena col manganello, e che quando redige i rapporti scrive "mi sono portato", "abbiamo andato", eccetera. Ma la polizia non è più quella di una volta, c' è un' altissima preparazione, non solo nei funzionari, ma anche fra gli agenti, dove c' è una percentuale di laureati incredibile".

Parla senza peli sulla lingua Antonio Fusco, funzionario di polizia e scrittore che in questi giorni manda alle stampe il suo quarto romanzo poliziesco, Le vite parallele (Giunti), il cui protagonista è l'immaginario (ma verosimile) commissario Tommaso Casabona. Nell'intervista rilasciata a La Verità, Fusco parla del mestiere del poliziotto, di quello di scrittore e anche del rapporto che Roberto Saviano, altro scrittore di successo, ha con le forze dell'ordine.

"Saviano, quando ho iniziato, diceva di voler fare informazione, non narrativa - dice il poliziotto-scrittore - C' è semmai Maurizio Di Giovanni che fa in quel territorio ciò che io faccio in Toscana, secondo me con grossa difficoltà. Napoli ha un certo tipo di delinquenza che si presta male al noir e al giallo, sono guerre tra clan, c' è poco da scoprire. Qui, invece, c' è stato il mostro di Firenze, la Circe della Versilia. Ci sono un sacco storie interessanti". Non mancano poi le critiche all'opera più famosa di Saviano: "In Gomorra mancano i riferimenti positivi, la città viene presentata come un luogo dove risiede il male assoluto e non c' è possibilità di redenzione. Manca lo Scialoja di Romanzo criminale.

Manca un poliziotto o un magistrato, che nella realtà esiste e spesso vince, perché poi alla fine la gran parte dei personaggi che Saviano presenta come dei padreterni in terra stanno tutti in galera grazie all'attività delle forze dell' ordine, che per Saviano non esistono".

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