Cronache

La pratica sportiva in Italia? È allarme sedentarietà

Oltre 25 milioni di persone sono completamente inattive. Le percentuali maggiori si registrano al Sud, dove sono presenti i tassi più alti di sovrappeso

«Gli Italiani? Sono 60 milioni di Ct». È l'adagio che sentiamo ripetere quando si parla di calcio. Una vulgata che dimostra l'amore per il football e lo sport in generale. In realtà, purtroppo, secondo alcune ricerche - come «Lo Sport in Italia», realizzata dal Coni, e l'Indagine multiscopo sulle famiglie, «Aspetti della vita quotidiana», condotta dall'Istat - su quasi 59 milioni di italiani oltre i 3 anni, quattro su dieci sono solo «commissari tecnici»: dalla poltrona di casa, però. L'Italia non è solo calcio. È pallavolo, atletica, tennis, basket, scherma e tanto altro: 45, per essere precisi, sono le Federazioni sportive nazionali. E se i risultati sportivi spesso latitano in Figc, le Federazioni più piccole invece sfornano atleti e campioni capaci di regalarci medaglie olimpiche e successi mondiali. Gli italiani tesserati alle società sportive, nel 2013, erano 4,5 milioni. Considerando tutti coloro che dichiarano di «praticare sport», arriviamo a quasi 18 milioni di persone (30% del totale della popolazione). A rivelare di esercitare solo qualche attività fisica sono circa 16 milioni (28%). I rimanenti, il 42% degli abitanti dai 3 anni in su (circa 25 milioni di individui) non praticano né sport né attività fisica, sono completamente sedentari

È grave se si considera che è la mancanza di movimento il primo e principale colpevole dell'obesità. Patologia che spesso è causa di altre «malattie non trasmissibili», dai disturbi cardiovascolari a disagi psicologici. Lo affermano non solo autorevoli nutrizionisti italiani, ma anche prestigiose facoltà di medicina d'Oltreoceano. Come quella della Stanford University. I ricercatori dell'ateneo Usa hanno scoperto che tra il 1988 e il 2010 la percentuale delle americane che conducono una vita sedentaria è cresciuta dal 19 al 52%. In parallelo, la quota di donne obese è aumentata dal 25 al 35%. Le cose non vanno meglio nel sesso opposto. Nello stesso lasso di tempo, gli uomini che non praticano alcun tipo di attività sportiva/fisica sono passati dall'11 al 43%, e gli obesi dal 20 al 35%. È da sottolineare che, tra l'inizio e la fine dell'intervallo di tempo preso in esame, la quantità di calorie assunta dal campione statistico non è variata: una riprova della correlazione diretta fra sedentarietà e obesità.

Torniamo in Italia. A fronte di un 42% medio di sedentari lungo la Penisola (dati Istat), le percentuali cambiano molto da una macroregione all'altra. La palma del minor numero di persone «pigre» va al Nord-Est (solo 26,9%), dove si trovano regioni virtuose quali il Trentino Alto Adige (15% di sedentari) e Veneto (24,8%). La sedentarietà primeggia invece nel Mezzogiorno, con il 56,2% di persone che non praticano né sport né attività fisica. A fare poco movimento risultano soprattutto i campani (60,9%), seguiti da calabresi (60,1%), da siciliani (59,6%) e pugliesi (54,8%). E guarda caso, proprio nelle regioni più sedentarie, vengono rilevati i maggiori alti tassi di sovrappeso. L'indagine Istat rivela anche altre informazioni di cui è il caso di tenere conto. Per esempio, la maggiore tendenza dei giovani a praticare sport nelle famiglie in cui entrambi o almeno uno dei genitori è sportivo. Un altro collegamento è quello tra incidenza di atleti e tipo di comune. A fronte di una media nazionale del 30%, i dati inferiori si trovano nel Comuni fino a 2.000 abitanti (17,2%) e quelli superiori nelle città con oltre 50mila residenti. È evidente, quindi, l'impatto da parte dell'esempio, dell'educazione e della presenza di impianti e società sportive sulla propensione a fare movimento.

Promuovere l'attività fisica, soprattutto tra i bambini, sembra quindi essere l'unico rimedio valido per mantenere uno stile di vita sano ed equilibrato, prevenire le malattie e preservare da obesità, sovrappeso e tutto ciò che ne consegue.

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