Cronache

"Vieni, baciami": il prete indagato per abusi su una bimba di 10 anni

Un prete di periferia, Don Michele Mottola, è indagato per presunti abusi su una bambina di 10 anni. Nel servizio choc, mandato in onda da Le Iene, le registrazioni fatte dalla vittima durante gli incontri clandestini col prete

"Vieni, baciami": il prete indagato per abusi su una bimba di 10 anni

"Vieni, abbracciami. Baciami". È uno degli audio choc che rivelerebbero gli abusi sessuali compiuti da un prete di periferia, Don Michele Mottola, 60 anni, nei confronti di una bambina di 10 anni.

La pedofilia tra le mura di una chiesa. Il caso, venuto alla luce mediante un'inchiesta de Le Iene, è dei più controversi e rabbrividenti che la cronaca recente abbia mai raccontato. La protagonista del racconto è Marina (si tratta di un nome di fantasia), una bimba estremamente coraggiosa che, sfidando le convenzioni comuni e il perbenismo ultra-cattolico, ha denunciato le molestie subite dal Don del paese. "Bacini e abbracci" - così li definisce il prete negli audio - che si consumavano al buio della sagrestia, lontano dagli occhi indiscreti dei fedeli ma ad un passo dalla casa della piccola vittima.

Marina si fidava molto del suo parroco, era la sua guida spirituale, il suo confidente. Finché, un giorno, di punto in bianco, non ha dovuto ricredersi sul di lui conto. L'ha tradita, umiliata e oltraggiata nel modo più becero in cui si possa ferire l'innocenza di una bimba di soli 10 anni:ne ha abusato sessualmente. Le molestie si sarebbero susseguite con intensità crescente nel tempo tanto da turbare la piccola nel profondo, fino e ed oltre a stravolgerle l'esistenza. Così, Marina ha sopportato in silenzio la condotta indecente del prete, a denti stretti e col fiato spezzato. Un giorno, però, ha deciso di interrompere quella relazione vorticosa e si è confidata con due parrocchiani. "Don Michele mi bacia sulle labbra", avrebbe detto loro. Ma, ritenendo che potesse trattarsi di un frainteso, la coppia non le ha creduto. Tuttavia, la ragazzina non ha gettato la spugna e, intenzionata ad andare fino al fondo della vicenda, ha ben pensato di registrare le conversazioni intrattenute col suo aguzzino durante gli "incontri riservati".

"Se tua madre fosse un pochino più consenziente, ti terrei qui con me tutto il giorno. Lo sai che ti voglio bene, vero? Lo vuoi un bacino?". Siamo esattamente al 7 dicembre del 2018. E a pronunciare queste parole è proprio Don Mottola. Nell'audio, si sente nitidamente Marina che prova a fare opposizione: "basta, basta, basta", dice all'uomo. Ma il prete insiste ed incalza:"Abbracciami, baciami... Dobbiamo fare le cose per bene". Seguita nelle molestie finché la bambina non riesce a divincolarsi con una scusa. Così, con in mano le registrazioni, corre dai due parrocchiani per far ascoltare loro la violazione appena subita. Stavolta, alla presenza di una prova schiacciante, sono obbligati a crederle. Dunque, invitano la bambina a raccontare tutto alla propria mamma affinché prenda dei provvedimenti. Marina, però, è segnata dalla vergogna, proprio non ce la fa a confidarsi con i genitori. Sola e senza un appiglio affida il suo dolore alla carta bianca. Scrive lettere su lettere, ogni giorno, nella speranza che qualcuno possa accogliere il suo grido d'aiuto disperato.

Trascorrono altri due mesi in cui nessuno si attiva in suo soccorso. Siamo al febbraio del 2019 e Marina decide di affrontare il Don una volta per tutte. "Gradirei non continuare con quelle cose che facciamo", gli dice con encomiabile coraggio. Il prete sembra stupito dalla netta presa di posizione della bambina ma la sua maggiore preoccupazione e che non ne abbia parlato con qualcuno. "Mi consideri un malato mentale se mi tratti così", tenta di far ricadere le responsabilità sulla sua vittima, come da copione. "Ti chiedo scusa se ti ho scandalizzato – continua – non vorrei tu pensassi che io faccia violenza ai bambini. Abbiamo fatto delle cose, sì ma è stata una storiella. Ora si ferma là. L'importante è che tu non l'abbia detto a nessuno. Vero che non lo hai detto a nessuno?". In prima istanza, Marina nega di averlo confidato alla coppia di parrocchiani ma, qualche settimana più tardi, crolla sotto il macigno dei sensi di colpa e confessa a Don Michele di aver tradito la sua fiducia. Il prete, allora, decide di convocare la madre della piccola per convincere la donna che sua figlia abbia inventato "la storiella" di sana pianta: ci riesce. A quel punto, i due confidenti di Marina decidono di farsi avanti e si recano a colloquio dal Don. Messo alle strette, il parroco non può fare altro confessare i fatti.

Nel servizio realizzato da Le Iene, a cura di Nina Palmieri, Michele Mottola, deferito dall'incarico a seguito dell'intervento del vescovo, nega le molestie.

Ma il caso è già all'attenzione del pm e sarà solo la giustizia "a dividere i buoni dai cattivi"in questa triste, amara vicenda.

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