Cronache

Il prete non celebra messa di Natale: chiesa chiusa contro dl Salvini

Il parroco della Chiesa di San Torpete a Genova non celebrerà il natale in protesta contro il decreto Sicurezza di Salvini sui migranti

Foto dal profilo Facebokk
Foto dal profilo Facebokk

"Obiezione di coscienza" contro il dl Salvini. Con questa scusa il parroco della Chiesa di San Torpete a Genova ha deciso di non celebrare la Santa Messa del 24 dicembre. Anzi: la chiesa sarà chiusa "per fallimento" dalla vigilia di Natale fino al 5 gennaio dell'anno prossimo.

Don Paolo Farinella non sembra intenzionato a fare passi indietro. Lo considera un messaggio per i cattolici che nel segreto dell'urna mettono la loro "x" sul simbolo della Lega e che inneggiano a "Salvini, uomo incolto, senza alcun senso dello stato e del diritto, sono complici di lesa umanità e di 'deicidio'".

Nella sua newsletter, il parroco "di frontiera" scrive che "Natale non è più natale cristiano: non più 'memoria' della nascita di Gesù, ma cinico fatto commerciale, mescolato a ripetuti riti e liturgie". Fin qui, nulla da eccepire. Ma poi Farinella parla di Gesù come "migrante dei migranti", come "emigrante perseguitato dalla polizia di Erode, fuggito alla persecuzione, accolto in Egitto e ritornato a stabilirsi a Nazaret, dopo un viaggio allucinante e pericoloso attraverso il deserto del neghev". Il don sostiene che i cristiani "sono complici del degrado di Natale, perché la memoria della nascita di Gesù non c'entra nulla con questo Natale, trasformato in saga paesana di abbuffate tra regali e presepi, mentre accanto 'i poveri cristi' muoiono di fame e freddo in mare, nei bordelli della Libia, pagati dall'Italia".

Al centro della protesta del parroco di Genova c'è - e ti pareva - il decreto Sicurezza voluto da Salvini e votato dal Parlamento. Il dl sull'immigrazione non piace a Farinella che invoca l"obiezione di coscienza" e decide di non celebrare il Santo Natale. Un decreto che il parroco considera "di massima insicurezza e sfregio dei valori e dei sentimenti più profondi della democrazia e del diritto". Non solo. Il decreto sarebbe "incostituzionale" così come il motto "prima gli italiani" sarebbe un "obbrobrio giuridico che fa straccio di secoli di conquiste ci civiltà giuridica".

"Ogni volta che si fa un torto sul piano del diritto alla persona del povero - scrive il prete - lo si fa direttamente a Gesù nella carne viva dei migranti. Con quale diritto i cristiani possono pretendere di celebrare il natale di quel Gesù che il loro paese, senza alcuna loro resistenza o protesta, espelle l'uomo nel figlio di dio?". E ancora: "Se Gesù, con Maria e Giuseppe, si presentasse da noi per celebrare la sua nascita, col decreto immondo di Salvini, sarebbe fermato alla frontiera e rimandato indietro perchè migrante economico, perchè senza permesso di soggiorno e perchè in Palestina non c'è una guerra 'vecchia' dal 1948".

"Tutto questo - insiste il parroco - avviene nel silenzio complice di un mondo cattolico che inneggia a un ministro che dondola un presepe di plastica, sventola un vangelo finto e illude con il Rosario in mano, senza suscitare un rigurgito di vomito dei cosiddetti cattolici da salotto".

Insomma: per tutti questi e altri motivi la chiesa di San Torpete a Genova "resterà chiusa perchè per un Natale senza Cristo, un Natale senza Dio, perchè Natale senza uomo". "Come è possibile - si chiede Farinella - aprire le chiese e baloccarsi con ninne-nanne, tu scendi dalle stelle, canti gregoriani, presepi scellerati, quando fuori il vero cristo è offeso, torturato, stuprato, vilipeso, venduto, schiaffeggiato, ucciso". E ancora: "Con quale diritto i cristiani possono pretendere di celebrare il Natale di quel Gesù che il loro Paese, senza alcuna loro resistenza o protesta, espelle l’Uomo nel Figlio di Dio?".

Immediata è arrivata la replica del ministro dell'Interno: "Non ho parole.

Questo 'prete' non danneggia me, ma toglie il Natale ai genovesi e agli italiani".

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