Cronache

Puglia, ci sono i primi indagati. "Quel treno non doveva partire"

Dalle indagini emergerebbe che il treno proveniente da Andria non sarebbe dovuto partire. La procura di Trani iscrive i primi nomi nel registro degli indagati. E scoppia la polemica politica tra M5S e Pd

Puglia, ci sono i primi indagati. "Quel treno non doveva partire"

Per tutto il giorno è andato avanti, tra Corato e Andria, il paziente lavoro dei vigili del fuoco e dei soccorritori, per cercare, tra le macerie del terribile incidente ferroviario, eventuali dispersi. Un lavoro difficile e straziante, dal momento che, tra le lamiere accartocciate, sono emersi resti umani. La speranza, come riferiscono le autorità, è che appartengano ai corpi delle povere vittime già individuate (23), per non aggravare ulteriormente il pesante bilancio del disastro che ha sconvolto l'Italia.

La procura di Trani ha aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo e disastro ferroviario. Alcune persone (non si sa ancora chi) sarebbero state iscritte nel registro degli indagati. Si rafforza la pista dell'erroe umano. Secondo gli inquirenti il treno partito da Andria che, dopo circa dieci minuti, si è scontrato con quello proveniente da Corato, non sarebbe dovuto partire.

Dei 52 feriti, 23 sono ancora ricoverati: restano stazionarie le condizioni degli otto in prognosi riservata ma non in pericolo di vita. Dopo una notte di lavoro ininterrotto - proseguito anche oggi, fino a quando la linea è stata dichiarata libera - vigili del fuoco e forze di polizia hanno recuperato la scatola nera di uno dei due convogli coinvolti nello scontro e frammenti dell'altra: l'esame degli apparecchi dovrebbe consentire di ricostruire gli ultimi momenti della corsa dei treni sino al momento dell'impatto, a che velocità procedevano e se c'è stato, o meno, un tentativo di frenata. Dopo un lungo vertice in Procura con magistrati e inquirenti, è stata intanto annunciata la costituzione di un pool di pm incaricati delle indagini: "C'è bisogno - ha precisato il procuratore facente funzioni di Trani, Francesco Giannella - di ricostruire le normative e di capire se le regole siano state rispettate, si tratta di un lavoro molto complesso".

Della squadra di investigatori fanno parte anche la Guardia di finanza e la Polfer, che ha sequestrato già ieri nelle stazioni di Andria e Corato documentazione che potrà essere utile per capire se effettivamente ci sia stato un errore nella segnalazione di partenza da una delle stazioni interessate. Quello che è certo, come ha ribadito il dg della Ferrotramviaria, Massimo Nitti, è che "uno dei due treni non ci doveva essere". Sono stati cautelativamente sospesi, in attesa degli ulteriori sviluppi giudiziari, dalla società Ferrotramviaria i due capistazione di Andria e Corato delle Ferrovie Bari Nord. L'azienda ha aperto una inchiesta amministrativa interna nella quale procederà insieme a Regione Puglia e Ministero dei trasporti, avviando una serie di interrogatori e acquisizioni di dati e documenti.

"Fare chiarezza al più presto"

Nella sua informativa alle Camere, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio ha insistito sulla necessità di "fare chiarezza al più presto. Non è il momento di scaricare le responsabilità ma di stringerci insieme per accelerare sui ritardi accumulati nel trasporto pubblico locale", ha spiegato, sottolineando come la rete ferroviaria nazionale resti "tra le più sicure del mondo": purtroppo "la sicurezza della tratta coinvolta dall'incidente è regolata tramite consenso telefonico che lascia interamente all'uomo la gestione ed è tra i sistemi meno evoluti e più rischiosi". Nei giorni scorsi, ha ricordato in conclusione il ministro, "abbiamo concordato con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, ulteriori 1,8 miliardi in più per le reti ferroviarie regionali". "Il governo farà di tutto per accertare le cause dell'immane tragedia", ha assicurato anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti: "Per decenni le scelte sono state rinviate e tutto è stato lasciato al caso, ma non scegliere ha un costo e oggi lo paghiamo tutti: anche la tragedia di ieri è conseguenza di una non scelta".

La polemica politica

Ad infimmare la polemica politica è Beppe Grillo, che condivide su Facebook un post firmato da M5S parlamento: "Non è stato un incidente. Con la tecnologia e le risorse che ci sono oggi a disposizione è inaccettabile catalogare la tragedia pugliese come un incidente. Se nel 2016 ci sono ancora tratti ferroviari a binario unico è perché è stato deciso di non investire lì. Se anzichè spendere miliardi di euro per bucare la Val di Susa per l'opera inutile della Tav si fossero usati quei soldi per sistemare questa e altre tratte a binario unico oggi non saremmo a piangere morti".

Pronta la replica via Twitter del senatore Pd Stefano Esposito: "Il M5s oggi si comporta da sciacallo sul binario unico in Puglia ma in Toscana si oppone al raddoppio della linea".

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