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Qualcuno eviti il governo Landini-Macron

Qualcuno eviti il governo Landini-Macron

In alcuni casi non è necessario avere particolari doti di preveggenza per capire come andrà a finire un governo. Basta vedere chi lo sostiene, chi si emoziona al sol pensiero che il mostro giallorosso prenda corpo. «Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei» e in questo caso l'avvocato Conte e la sua troupe inciucista non sono certamente in buona compagnia. Al carrozzone Pd-M5s si sono già accodati tutti quelli che riescono sempre e inevitabilmente a stare dalla parte sbagliata. Che, per inciso, è la loro non certo quella degli italiani.

Le cronache di questi giorni raccontano un grande fermento nel fronte unito anti Salvini, cioè un'accozzaglia eterogenea che mette insieme i vecchi arnesi della sinistra e i grillini, sempre più desiderosi di non mollare le comode sedute del Parlamento. Così, nel disperato tentativo di liberare l'Italia dal Capitano, nascono flirt fino a poco tempo fa inimmaginabili: occhiate compiaciute, ammiccamenti, effusioni e dichiarazioni esplicite. Sono i prodromi dell'ammucchiata. Un Conte dimezzato, e più che mai spettinato si è presentato al G7 di Biarritz dove, tra amenità varie come il nucleare iraniano, i dazi di Trump e i rapporti con la Russia, è stato accolto molto calorosamente. Infrangendo il rigidissimo protocollo istituzionale Macron e la Merkel l'avrebbero addirittura abbracciato, come segno di riconoscenza internazionale per avere messo all'angolo Salvini e salvato l'Europa dall'ecatombe. Fossimo in Conte, magari nascosti dietro una tenda, un gesto apotropaico lo avremmo fatto, ché la Merkel e Macron all'Italia e agli italiani non hanno mai portato bene.

Ma il partito del non voto è ampio e trasversale. Il gran visir del pateracchio è ovviamente Romano Prodi che ha subito auspicato un governo «Ursula». Tutto va bene fuorché il voto. Dalle colonne del Corriere della Sera il mai tenero Maurizio Landini, segretario della Cgil, fa l'occhiolino al premier: «Elezioni? Noi preferiamo che ci sia un governo che cambi le politiche di questi anni, e non mi riferisco solo al governo Conte ma anche ai precedenti. Riconosco un ruolo a Conte, in Parlamento ha dimostrato coraggio politico e un profilo istituzionale importante e poi ha riaperto i tavoli con le parti sociali». Ecco un altro iscritto al mostro giallorosso. Alla sola idea di un inciucio risorge dal sepolcro anche Nichi Vendola, ovviamente per dare il suo imprescindibile beneplacito. «Tentare di fare un governo con i 5 Stelle non è una trama di palazzo, è legittima difesa della nostra Repubblica e della Costituzione. Va fermato Salvini. L'urgenza è fermare tutto ciò che incarna: l'onda del razzismo, della disumanità esibita come virtù, del fascismo come orizzonte, del sessismo come restaurazione del potere maschile, del familismo (anche di quello mafioso)». Praticamente l'Armageddon. Tuona così l'ex governatore novello partigiano - evidentemente turbato per la tenuta democratica dell'Italia - asserragliato su una spiaggia col compagno Eddy e il figlio Tobia.

Ma il pateracchio è ben più vasto. L'inciucio è una calamita che attira tutti. Persino i vescovi si scomodano e da Oltretevere fanno sapere che pur di non avere Salvini tra i piedi va bene loro anche un governo di sinistra. «È il male minore - dicono tirando un sospiro di sollievo - non si può tollerare il clima di istigazione all'odio e al razzismo e anche di volgarità del calvinismo». Certo, molto meglio la sinistra della Cirinnà che vuole fare strame della famiglia tradizionale e del matrimonio. L'asse grillocattocomunista è pronto. E, ovviamente, al codazzo inciucista non poteva che mancare lei, Laura Boldrini: «Il governo con il Movimento 5 Stelle nasca in netta discontinuità coi danni provocati da Salvini & Co. Mettendo al centro i temi del lavoro, dell'ambiente e dei diritti». Il mostro sta per nascere.

Peggio di Conte ci sono solo i neocontiani.

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