Cronache

Quando la voglia di volare si tinge di rosa

Mamme e donne pilota: le cinture nere del volo ricordano la loro antenata, Rosina Ferrario, che prese il brevetto di volo cento anni fa. Per tutte "è una vera passione che non ammette paure"

Quando la voglia di volare si tinge di rosa

Negli hangar di Volandia, parco e museo del volo di Malpensa (Varese), c'è stata una doppia festa all'insegna del "blu dipinto di rosa". Si è celebrata la festa della donna e, in contemporanea, il centenario del brevetto di volo conseguito da Rosina Ferrario, la prima donna pilota italiana. "In cento anni le donne hanno compiuto molta strada, e una di queste è stata fatta nei cieli” sottolinea Marco Reguzzoni, presidente della Fondazione. "In questi hangar è nata la storia del volo al femminile grazie al coraggio, alla tenacia e alla passione di una pioniera come Rosina Ferrario il cui nome è stampato sui libri di storia: è suo il primo brevetto al femminile in Italia, orgoglio per Vizzola e la scuola Caproni che Volandia ha voluto ricordare. E lo abbiamo fatto con le più importanti “top gun” del passato e del presente che saluto e ringrazio per aver accettato il nostro invito".

A raccontare emozioni, sacrifici, passioni, difficoltà e soddisfazioni per il lavoro da donna pilota Fiorenza De Bernardi, prima pilota di linea in Italia e fra le prime cinque nel mondo; il capitano Maria Federica Maddalena, pilota di Eurofighter dell’Aeronautica Militare, il capitano Daniela Giordano, prima donna pilota della Marina Militare, Margherita Acquaderini, pilota di volo a vela che ha al suo attivo 28 record italiani femminili e il Comandante Francesca Filippi, pilota della Miniliner, compagnia aerea trasporto merci.

"Volandia è uno dei musei più belli - sottolinea la De Bernardi, prima pilota di linea in Italia - sarebbe bene che i giovani venissero a conoscerlo e a vedere questa meraviglia. Ma è importante che chi decide di fare il pilota ci pensi bene perché pilotare un aereo è una cosa molto seria, non è un gioco. La paura non è un sentimento contemplato: la parola d’ordine è freddezza sempre e comunque. Sono davvero felice di essere qua e vedere esposto il Ca 113 su cui ha volato mio padre Mario, è per me una grande emozione".

“Incontrare oggi qui a Volandia così tante donne specializzate, sia nel settore militare che civile, mi fa dire che fare questo lavoro ormai è realtà - sottolinea il capitano Maddalena - come pilota di Eurofighter dell’Aeronautica Militare sono coinvolta attivamente nella difesa dello Spazio Aereo italiano e sono la testimonianza di un’integrazione effettiva tra uomini e donne, ognuno contribuisce nel miglior modo possibile allo strumento militare ed alla sicurezza del Paese”.

Il capitano Giordano è la prima pilota militare italiana ed è anche la prima mamma pilota che racconta la sua bellissima avventura volgendo lo sguardo al marito che tiene in braccio la loro piccola di pochi mesi. "Ammetto di aver fatto da apripista un po' in tutto - dice con il sorriso sulle labbra - dalla foggia della divisa, al tipo di saluto, tutto era una novità. E' la prima volta che vengo qua e trovarci quello che noi piloti della Marina consideriamo un papà che ti porta sempre a casa, il mitico SH3D, è una grande emozione. Il suo ultimo volo ha strappato le lacrime a molti di noi. Volare dà sensazioni meravigliose, ma la carriera militare significa anche sacrificio e avere la consapevolezza di avere sempre la borsa pronta per il decollo. E' indispensabile una vera passione, quella che ti fa brillare gli occhi dall'emozione ogni volta che decolli".

"Sono figlia d’arte e il mio papà avrebbe voluto chiamarmi Aliantina" sorride Acquaderini, pilota di volo a vela mentre racconta il suo amore per il cielo, Varese, l’Africa e le Alpi. "Il volo ti mette a nudo, sei veramente te stessa, non puoi mentire, non ti puoi mascherare. Il volo a vela è anche umiltà, è saper riconoscere i propri limiti, rispetto per la natura, concentrazione, sacrificio, disciplina e attrazione verso un qualcosa che non si presenta mai allo stesso modo: il cielo".

Filippi, pilota della Miniliner, parla della sua passione nata quando aveva solo 13 anni: "Solo ora che sono mamma capisco le difficoltà di appoggiare una scelta del genere e ringrazio la mia famiglia per averlo fatto e per farlo tuttora. Sono convinta che se lasci una persona libera di volare tornerà da te - e prosegue –. Io mi occupo di trasporto merci ma per me non cambia trasportare prodotti o persone, solo noi voliamo prevalentemente di notte – e concludecon un invito a tutte le ragazze - non pensate di non poterlo fare perché siete donne, abbiate un sogno e concentratevi per realizzarlo, non fatevi abbattere dagli insuccessi, sono solo preziose lezioni di vita".

"Rosina è atterrata a Volandia, ci ha impiegato cento anni, ma alla fine ce l’ha fatta", conclude così Rosellina Piano, autrice del libro Rosina Ferrario. Signorina Aviatrice. "La storia del volo al femminile è iniziata a Vizzola Ticino e qua è tornata. Sono sicura che Rosina sarebbe felice e forse sorpresa di vedere come il suo sogno, sia diventato poi il sogno di tante altre donne. Ma non solo. Si accorgerebbe che le top gun di oggi le somigliano molto. Sono preparate, precise, determinate, tenaci senza dimenticare di essere donne. Questa giornata è il regalo più bello che potessimo farle: è la dimostrazione che il suo gesto, ritenuto incomprensibile nel 1913, non è rimasto un sogno.

Il cielo, per fortuna, non è più il regno esclusivo degli uomini".


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