Cronache

La ragazza italiana: "Così mi sono salvata al bistrot"

"Il mitra si è inceppato, mi sono salvata così". Barbara Serpentini, 18 anni, è la ragazza scampata per miracolo alla sparatoria avvenuta nel caffè "Casa nostra" di Parigi la sera dello scorso 13 novembre

La ragazza italiana: "Così mi sono salvata al bistrot"

"Il mitra si è inceppato, mi sono salvata così". Barbara Serpentini, 18 anni, è la ragazza scampata per miracolo alla sparatoria avvenuta nel caffè "Casa nostra" di Parigi la sera dello scorso 13 novembre. È proprio Barbara la ragazza che si vede nel video diffuso dal quotidiano Daily Mail. Le telecamere del locale mostravano una giovane che si precipitava sotto i tavolini mentre uno dei terroristi, si presume Salah, apriva il fuoco con un Ak47 sulla folla. Fortunatamente il mitra si è inceppata proprio quando l’uomo lo puntava contro di lei, prima di fuggire. "Ho aperto gli occhi e ho visto i suoi piedi. Aveva le scarpe da ginnastica nere, è stato davanti a me per un tempo che mi è sembrato un’infinità. Non volevo che i nostri occhi si incrociassero e mi sono messa nuovamente le mani sul viso. Le scarpe erano a 20 centimetri da me", ha raccontato Barbara. "So che sembra assurdo, ma ancora non riesco a identificarmi nella donna del video. È come se mi vedessi dall’esterno: non riesco a credere di essere io". Lì per lì Barbara non ha realizzato quanto è stata fortunata.

La 18enne studentessa italiana di Scienze Politiche era con l’amica Sophia Bejali. pure lei racconta gli attimi di terrore vissuti al bistrot. "Ho sentito dei rumori che sembravano petardi. Dopo pochi secondi ho capito che erano colpi d’arma da fuoco. Ho spinto Barbara sotto il tavolo, così forte che urtando la sedia e il piano si è fatta diverse sbucciature. Ho pensato che se avessi nascosto gli occhi non mi avrebbe vista. Continuavo a ripetermi: Sto per essere uccisa. I colpi erano così forti che non sentivo altro, né urla né nulla. Quindi i colpi sono finiti e ho urlato a Barbara: allez! Corri!", conclude Sophie. "Non riuscivo a sentire. Abbiamo corso e abbiamo bussato a una porta, ma non volevano farci entrare perché erano spaventati. Abbiamo urlato -spiega Barbara al Corriere - e bussato su un sacco di porte dicendo: “La gente sta morendo , fateci entrare”. Abbiamo provato due o tre porte, ma erano chiuse.

Alla fine ne abbiamo trovata una aperta e siamo entrate. Ero molto agitata e non potevo parlare"

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