Cronache

Regeni, tensione in aula ​per consulente famiglia

L’attivista è entrato in aula mostrando un piccolo pezzo di carta su cui era scritto in arabo "Verità per Regeni" e quando altri attivisti hanno cercato di fotografarlo, c’è stato un parapiglia tra uscieri e avvocati

Regeni, tensione in aula ​per consulente famiglia

Abdallah, presidente di una ong che sta aiutando i legali della famiglia Regeni nel tentativo di raccogliere elementi utili sul caso della tortura a morte del giovane ricercatore friulano, era stato arrestato il 25 aprile tra l’altro per aver partecipato alle manifestazioni non autorizzate sulla cessione di due isole del Mar Rosso all’Arabia Saudita. Fonti giudiziarie avevano sostenuto che l’arresto "non ha nulla a che fare" con il caso Regeni.

Da fonti sul posto si è appreso che l’attivista è entrato in aula mostrando un piccolo pezzo di carta su cui era scritto in arabo "Verità per Regeni" e quando altri attivisti hanno cercato di fotografarlo, c’è stato un parapiglia tra uscieri e avvocati. La polizia ha requisito brevemente telefoni per cancellare le immagini. L’aula, in cui c’erano anche diversi giornalisti, è stata fatta sgomberare. L’udienza è comunque ripresa e Abdallah è stato sul banco degli imputati assieme ad un’altra trentina di persone, ma in serata il dibattimento era ancora in corso.

La custodia cautelare in carcere di Abdallah, presidente della Commissione egiziana per i diritti e le libertà (Ecfr), era stata prolungata di 15 giorni il 27 aprile sulla base di dieci imputazioni tra le quali l’uso della forza allo scopo di rovesciare il regime e pubblicazione di notizie tali da turbare l’ordine pubblico.

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