Rimini, gli stupratori senza pietà: "Non hanno mostrato pentimento"

La descrizione del procuratore per i minorenni di Rimini. Né i minorenni né il capobranco Butungu hanno mostrato segni di pentimento

Rimini, gli stupratori senza pietà: "Non hanno mostrato pentimento"

La ricostruzione del procuratore di Bologna nel decreto che ha decretato l'arresto dei minorenni è il racconto di una violenza inaudita. "Turpi, brutali e ripetuti atti di violenza", è la sintesi. Ma a colpire gli inquirenti e gl investigatori è l'assenza di "pentimento" per quanto compiuto sulla spiaggia di Rimini. Quei due stupri, prima una donna polacca e poi una trans peruviana, sono vissuti dai tre minorenni arrestati e da Butungu, il 20enne arrestato oggi, come se fosse tutto normale.

Silvia Mazzocchi, procuratore per i minorenni bolognese, ha interrogato i due fratelli marocchini e il 16enne egiziano ieri notte. "I due fratelli minorenni - ha detto il comandante provinciale dei carabinieri di Pesaro, Marco Filoni - hanno confessato perché probabilmente si sentivano braccati, le riprese video erano nitide e sapevano che non sarebbe passato molto tempo prima che fossero individuati. In caserma non ci sono state scene di lacrime o pentimenti. I due hanno raccontato di aver partecipato all'atto sostenendo che il maggiorenne era il capo banda".

Icomponenti del branco erano in qualche modo conosciuti.

"I due fratelli - spiega Filoni - erano soggetti noti a noi per alcuni precedenti per piccoli reati. Furti di cellulari, ricettazione motorini e bici rubate. Non avevano precedenti per atti di violenza quindi per loro la vicenda di Rimini rappresenta un 'salto di qualità'".

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