Cronache

Roma, confermate in appello le condanne al clan Spada con l'aggravante mafiosa

Le indagini della Dda sono partite dalla gambizzazione di Massimo Cardoni, padre di un collaboratore di giustizia che aveva denunciato gli Spada, davanti a un supermercato di Ostia. Condanne per 50 anni

Roma, confermate in appello le condanne al clan Spada con l'aggravante mafiosa

Oltre 50 anni di carcere. E, in tutto, sette condanne. Così la corte d'appello di Roma ha confermato le pene, con l'aggravante del metodo mafioso, emesse in primo grado nel processo legato al racket delle case popolari, nei confronti di alcuni membri del clan Spada, uno dei gruppi criminali più potenti (e influenti) del litorale romano di Ostia. Gli imputati hanno risposto, a vario titolo, di minacce, violenze, sfratti forzosi da alloggi popolari oltre che di un episodio di gambizzazione per affermare la supremazia del clan sul territorio ostiense.

La gambizzazione all'origine di tutto

Le indagini della Dda erano partite proprio da questo episodio. E cioè dal ferimento alla gamba di Massimo Cardoni, padre di Michael, collaboratore di giustizia e marito di Tamara Ianni, anche lei pentita. L'uomo era stato ferito con due colpi di pistola nell'ottobre del 2015, davanti a un supermercato di Ostia. Gli investigatori si erano convinti che quell'agguato fosse legato alla contrapposizione tra il clan "emergente" degli Spada e i Baficchio-Galleoni, in declino almeno dal 2011 dopo il duplice omicidio di Giovanni Galleoni e di Francesco Antonini. Oltre alla faida, a destare i sospetti, sfratti dalle case popolari del litorale, minacce e intimidazioni di vario genere. Gli inquirenti, in quella circostanza, smantellarono così un racket delle case comunali di via Baffigo che il clan, secondo l'accusa, gestiva, decidendo a chi andassero assegnati gli alloggi. La vicenda venne svelata da Ianni e Cardoni che, vittime loro stessi di uno sfratto, avevano deciso di denunciare tutto alla magistratura accettando, da allora, di vivere sotto protezione.

I condannati

Oggi i giudici della seconda sezione penale, dopo una camera di consiglio durata più di tre ore, hanno confermato le condanne inflitte a Massimiliano Spada, a cui sono stati inflitti 13 anni e otto mesi di carcere, Ottavio Spada, cinque anni, Davide Cirillo, sei anni e quattro mesi, Mirko Miserino, sei anni e quattro mesi, Maria Dora Spada, sette anni e quattro mesi, Massimo Massimiani, 11 anni, e Manuel Granato (sei anni e mezzo). Nel procedimento, oltre al Comune, la Regione e l'associazione antimafia Libera, erano parte civile anche i due collaboratori di giustizia Cardoni e Ianni, che saranno risarciti.

Urla dopo la sentenza

"Buffoni, quando esco da qui spacco tutto", ha detto uno degli imputati presenti in aula durante la lettura della sentenza.

Oltre alle grida dell'uomo, anche un "vergogna" da parte di uno dei familiari.

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