Cronache

Roma, corista Opera licenziato per truffa. Lui si difende: "Ritorsione"

L'uomo, che è anche sindacalista, avrebbe timbrato il cartellino al posto della moglie. Si difende così: "Ritorsione contro di me"

Roma, corista Opera licenziato per truffa. Lui si difende: "Ritorsione"

Un corista del Teatro dell'Opera di Roma è stato licenziato in tronco perché avrebbe timbrato il cartellino al posto della moglie. Pasquale Faillaci, corista e rappresentante Rsa Cgil del teatro, si difende dicendo di essere stato allontanato per avere rilasciato interviste. "È una montatura fatta ad arte con testimonianze probabilmente di fantasia che smonteremo. È una ritorsione per la mia attività sindacale. Si parla di una timbratura che
non doveva nemmeno esserci perché mia moglie non era stata convocata"
. E ancora: "È un teorema falso e infamante e ne pagheranno le conseguenze".

"Sono stato licenziato due volte - ha aggiunto Faillaci, delegato Rsa Cgil -, una come artista del coro e un’altra come sindacalista. L’azienda mi ha contestato sia di aver fatto dichiarazioni critiche sul suo operato nella mia legittima attività sindacale, sia questa assurda accusa legata a una timbratura che non doveva esserci, perché mia moglie non era nemmeno stata convocata quella sera a Caracalla. Aveva semplicemente effettuato una timbratura alla fine di un periodo di malattia".

Sul fatto che sua moglie sia la sorella dell’ex sovrintendente dell’Opera, De Martino, Faillaci ha commentato: "Purtroppo c’è stata un’azione infamante di molti giornali, una campagna diffamatoria per mettere in cattiva luce la passata gestione. È stata tirata in ballo una parentela di una persona che lavorava all’Opera dieci anni prima dell’arrivo del fratello e che è sposata con me che lavoro qui da vent’anni".

E ancora: "Sono stato orgogliosamente critico di questa gestione, che ritengo fallimentare, ma sempre nel merito - ha concluso il sindacalista - il licenziamento è una ritorsione per la mia attività sindacale".

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