Cronache

Roma, la Prefettura "toglie" i migranti alla Croce Rossa

La tendopoli gestita dalla Croce Rossa a via Ramazzini ed altre tre strutture sono state escluse dal nuovo bando della Prefettura per l'accoglienza ai migranti perché giudicate non idonee. I residenti tornano a chiedere la chiusura, ma dalla Croce Rossa assicurano: "È tutto in regola"

Roma, la Prefettura "toglie" i migranti alla Croce Rossa

Non si fermano le polemiche sulla tendopoli per i migranti gestita dalla Croce Rossa a via Ramazzini. Lo scorso 13 gennaio, infatti, la Prefettura di Roma, ha escluso parzialmente la Croce Rossa Italiana dalla gara indetta per l’affidamento dei servizi di accoglienza e dei servizi connessi agli stranieri richiedenti asilo per l’anno 2017. Ottomila profughi, per i quali sono stati stanziati circa 103 milioni di euro.

Fra le strutture gestite dalla Croce Rossa che sono state escluse, c’è anche il “Villaggio della Solidarietà”, ovvero, la tendopoli gestita dalla Croce Rossa a via Ramazzini. Una parte della tendopoli, relativa a 216 migranti, secondo la Prefettura, non risulta essere in possesso dei requisiti urbanistici e sanitari per svolgere le attività di accoglienza richieste nel bando. Oltre alla tendopoli di via Ramazzini, sono state estromesse dal bando anche altre tre strutture gestite dalla Croce Rossa: il Residence Al Centro di Via Pacinotti, il Residence Palestrina e il Residence Tor Cervara.

“Mentre con una mano la Prefettura firma la proroga di questa struttura con l’altra la dichiara non conforme”, ha attaccato il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Fabrizio Santori, in una nota, “questo è inaccettabile e si tratta dell’ennesima riprova che le nostre denunce erano fondate e che il sito non è idoneo e insicuro, e va chiuso subito”. “Ma quello che più desta preoccupazione è il fatto che la tendopoli, evidentemente non conforme con gli standard previsti, dallo scorso luglio accoglie complessivamente oltre 450 immigrati ed è attualmente in regime di proroga, nelle more dell’espletamento del nuovo bando”.

Alla Croce Rossa, dopo la scadenza, lo scorso 31 dicembre, del protocollo d’intesa, la Prefettura ha richiesto una proroga almeno fino al 31 gennaio, per accogliere i migranti nella tendopoli, dove attualmente risiedono circa 400 richiedenti asilo.

Anche i cittadini del quartiere Monteverde, che a più riprese avevano denunciato le condizioni di degrado della struttura e le ripercussioni negative del centro d’accoglienza sul territorio, hanno commentato l’esclusione parziale della Croce Rossa dal nuovo bando della Prefettura per l’accoglienza dei nuovi profughi in arrivo nella capitale. "Dopo mesi di silenzio assistiamo finalmente ad un segnale da parte della Prefettura di Roma a seguito dell'esposto presentato per conto dei residenti del quartiere in cui venivano denunciate diverse criticità e problematiche tutt'ora in essere", ha detto a ilGiornale.it, l’avvocato Francesco Bolognesi, firmatario, assieme ai cittadini del quartiere, di almeno due esposti sulla tendopoli.

Dalla Croce Rossa di Roma, però, fanno sapere che la tendopoli di via Ramazzini ha tutte le carte in regola per accogliere. “Questa è una lettura sbagliata e parziale di quello che c’è scritto nell’atto e della comprensione generale del bando di gara”, ha detto Pietro Giulio Mariani, direttore del Comitato area metropolitana di Roma Capitale della Croce Rossa Italiana, sentito da ilGiornale.it. “Quello attuale è un hub strutturato in tende che rispetta tutte le normative e che ha tutti i requisiti tecnici, mentre il bando al quale abbiamo partecipato era per i Centri di accoglienza straordinari”, continua Mariani, “la nostra proposta per via Ramazzini era di rimodulare l’organizzazione attraverso delle strutture più idonee, portando la capienza alla metà del numero attuale: era una proposta progettuale da realizzare eventualmente nell’arco di due mesi, ma non c’entra assolutamente nulla con l’attuale tendopoli che è qui in via Ramazzini”. “Le due cose, quindi, non possono essere associate”, spiega il direttore della Croce Rossa di Roma.

“Non siamo stati esclusi perché non abbiamo i requisiti, ma perché la nostra era una proposta progettuale e loro invece volevano strutture già pronte, ma questo non c’entra nulla con la tendopoli", conclude Mariani.

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