Cronache

Roma, il sito archeologico di Porta Maggiore è una discarica a cielo aperto

A Porta Maggiore i ruderi di epoca romana sono coperti da cumuli di immondizia. E nella piazza accanto al sito archeologico va in scena quotidianamente il suq abusivo di rom e migranti

Roma, il sito archeologico di Porta Maggiore è una discarica a cielo aperto

“Quando vengo qui a fare lezione, la prima cosa che faccio è scusarmi per lo stato in cui è ridotto il monumento”. Jens Koehler, professore di Archeologia all’American University of Rome, ormai all’immondizia che circonda i ruderi di Porta Maggiore non ci fa quasi più caso. Diverso per i suoi studenti che arrivano da Oltreoceano. Alla fine del semestre la maggior parte di loro, descrivendo ciò che gli resta del proprio soggiorno romano, annota per prima cosa che “Rome is a dirty city”, una città sporca.

“La grande monnezza”, insomma, ha superato anche la “grande bellezza” della Città Eterna. Solo dopo, infatti, nelle impressioni dei ragazzi vengono il Colosseo e la Fontana di Trevi. Sarà che quei cocci di bottiglia e quei cartoni abbandonati finiscono per attirare l’attenzione più delle costruzioni imponenti che sono lì da migliaia di anni. Che hanno resistito al tempo, alle epoche, alla storia e ora si trovano a lottare contro un degrado che attanaglia ogni angolo della città.

“Penso che un sito archeologico debba essere mantenuto in buone condizioni, tuttavia non sono sorpreso perché so che nelle metropoli c’è un sacco di sporcizia e anche perché qui siamo vicino alla stazione”, ci dice uno studente americano all’ombra dell’Acquedotto di Nerone. In epoca romana, qui a Porta Maggiore, di acquedotti ne convergevano otto. Oggi ad incontrarsi all’ombra del complesso monumentale, che oltre alla porta incastonata nelle mura aureliane include tombe, colombari e persino una basilica neopitagorica sotterranea, sono decine di linee di autobus e tram. L’erba alta dei giardini che circondano l’opera architettonica è stata appena falciata. Al suo posto ora c’è un vero e proprio tappeto di rifiuti. Una discarica a cielo aperto, della quale approfittano sbandati e senzatetto, che si sporgono dalle ringhiere per cercare di recuperare qualcosa di utile (guarda il video).

Oltre a bottiglie rotte e scarti di ogni genere, infatti, ci sono pure i resti del mercatino abusivo che ogni giorno viene allestito al capolinea dei tram. Sono le nove e trenta del mattino quando gli agenti della Polizia Locale intervengono, ancora una volta, per sgomberarlo. Ma basta aspettare poche decine di minuti e gli ambulanti – rom, italiani e stranieri – tirano fuori lenzuola e tappeti e rimettono in bella mostra la mercanzia. “Vi interessa una valigia nuova”, ci dice una nomade che ha sistemato il bagaglio di colore arancione dentro il passeggino di suo figlio. Possiamo accaparrarcela per soli dieci euro. Tra le panchine e i binari del tram si vende di tutto: scarpe, elettronica, oggetti per la casa. La provenienza, ovviamente, è segreta. Qui è vietato fare domande. Appena si accorgono della presenza di eventuali intrusi, infatti, gli ambulanti sono pronti ad alzare la voce e qualche volta pure le mani, come è successo all’inizio di maggio, quando un romeno di 27 anni non si è fatto scrupoli a sferrare un pugno ad un vigile per cercare di riprendersi la merce appena sequestrata.

“Qui regna l’anarchia, ma come al solito interverranno solo quando ci scapperà il morto”, commentano alcuni autisti dell’Atac. “È pericolosissimo e noi dobbiamo stare sempre con gli occhi aperti – ci spiegano – visto che la folla di persone attirata dal mercatino si concentra proprio a ridosso dei binari”. Tra immondizia e abusivi la piazza è diventata terra di nessuno. “È una cosa vergognosa che Roma non può permettersi – attacca Augusto Caratelli, del Comitato Difesa Esquilino-Monti-Castro Pretorio – il mercatino è stato segnalato decine di volte ma dopo gli sgomberi si riforma, bisogna identificare le persone altrimenti non se ne esce”. “Questa zona, come il resto del centro di Roma, è patrimonio dell’Unesco e per questo dovrebbe essere tutelata, invece è in preda al degrado e agli illeciti”, commenta Stefano Tozzi, consigliere del I Municipio. “Porta Maggiore è diventato il fulcro delle criticità di un quartiere multietnico come l’Esquilino, dove le diverse etnie non si sono mai integrate ed anzi si sono formati veri e propri ghetti”, prosegue. I cittadini, assicura l’esponente di Fratelli d’Italia, continueranno ad organizzare manifestazioni contro il degrado.

Ma qui le istituzioni sembrano latitare.

E così la meraviglia dinanzi alle vestigia romane lascia il posto a rabbia ed incredulità.

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