Cronache

Romeno brucia moglie e bebè: i cadaveri carbonizzati nel letto

I corpi della donna e della bimba di due mesi sono stati trovati carbonizzati nel letto: erano unite in un abbraccio. Forse raptus di follia scaturito dall'ubriacatezza

Romeno brucia moglie e bebè: i cadaveri carbonizzati nel letto

Orrore senza precedenti nel Salernitano. Un romeno ha ammazzato a Capaccio la moglie e la figlia di due mesi dando loro fuoco, poi si è tolto la vita impiccandosi. I tre cadaveri sono stati ritrovati dai carabinieri in via della Giungaia in località Torre del Mare. La donna e la bimba sono state rinvenute carbonizzate nel letto.

Quando i carabinieri sono entrati nella abitazione di Capacci in via della Giungaia, in località Torre del Mare Madre, la scena che gli si è parata davanti era a dir poco raccapricciante. Il cadavere della madre e il copricino della figlia di due mesi erano carbonizzate e abbracciate nel letto. Il corpo del marito, invece, pendeva dal soffitto. Il romeno si era impiccato con una corda nella doccia del bagno. L'allarme era stato dato dai vicini di casa della famiglia romena, per le urla disperate e il fumo che proveniva dall'interno dell'abitazione. Gli inquirenti non escludono un raptus di follia del romeno contro moglie e figlia, scaturito magari da uno stato di ubriachezza.

Tra i vicini di casa c'è sconcerto e dolore. "Questa zona è abitata soprattutto da stranieri, nordafricani, romeni, ucraini", spiega un agricoltore del posto di 52 anni. "È un via vai continuo di gente - continua - di notte e di giorno. Qui, spaccio e prostituzione sono la regola. Ho un terreno a poche centinaia di metri da qui, sono passato col trattore di prima mattina, ma non mi sono accorto di niente. Preoccupato? Si vive in questo modo da tanto tempo. Io faccio il mio onesto lavoro, ma non è un segreto per nessuno che la zona sia frequentata da ogni tipo di gente". "Lei era molto giovane - conclude un altro vicino, di circa 30 anni - ogni tanto la vedevo portare a spasso il bambino col passeggino.

È una tragedia assurda".

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