Cronache

Il respiro assente, l'infarto e quel salvataggio sul volo per Parigi

Malore per un passeggero a novemila metri di altitudine, salvato da quattro sanitari presenti a bordo

Il respiro assente, l'infarto e quel salvataggio sul volo per Parigi

È accaduto giovedì 14 aprile, su un volo partito da Venezia e diretto a Parigi. Un uomo di 32 anni sembrava che stesse dormendo, ma russava in modo strano. A quel punto, la sua fortuna è stata che a bordo erano presenti quattro infermieri. Che lo hanno salvato da un arresto cardiaco.

I quattro sanitari del reparto di Cardiologia dell'Ospedale di Chioggia avevano prenotato due anni prima quel volo e quella doveva essere la pausa di un solo giorno per staccare la spina dal duro lavoro dopo la pandemia.

Tutto sembrava andare liscio quando i quattro si sono accorti che un passeggero seduto qualche posto più lontano respirava a fatica. Quello è stato il segnale che ha fatto allarmare il gruppo che si è avvicinato per controllare che andasse tutto bene. Scuotendo l'uomo, però, si sono accorti che effettivamente qualcosa non andava e così hanno cominciato a mobilitarsi per soccorrere il 32enne che, non più cosciente, era andato in arresto cardiocircolatorio.

Dopo averlo steso di traverso sui sedili, i quattro sanitari hanno praticato il massaggio cardiaco dimostrando grande professionalità. Al Corriere, uno dei quattro ha dichiarato:"In quel momento lo credevo perso, ma non ci siamo dati per vinti e abbiamo continuato a eseguire il massaggio a mano, in attesa del defibrillatore. Poi, il cuore ha ripreso a battere". Non appena il ragazzo ha ripreso i sensi, ha prontamente ringraziato i suoi angeli custodi.

All'atterraggio l'uomo è stato portato all'ospedale più vicino. "Non gli abbiamo neppure chiesto il numero di telefono, ma lui sa che siamo di Chioggia e speriamo che, appena si sarà ripreso, trovi il modo di farsi sentire e dirci che sta bene", dice uno dei salvatori.

Il primario di Cardiologia di Chioggia, Roberto Valle si dice orgoglioso per la sua equipe che "senza saperlo è passata da una corsia di lavoro all’altra, a ricordarmi che le vite e i cuori si salvano ovunque, non solo in ospedale”.

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