Cronache

Salvini "tifa" Napoli: "Meglio attrezzati per lo scudetto"

L'intervento in radio del segretario della Lega che cancella il coro antinapoletani cantando "Un Giorno all'improvviso": "Sarri di sinistra? Se fa bene l'allenatore, viva l'allenatore"

Salvini "tifa" Napoli: "Meglio attrezzati per lo scudetto"

La Lega arde, il centrodestra brucia e Salvini si piglia una pausa dalla querelle politica, e canta. Ospite a Radio Marte, il segretario della Lega benedice le ambizioni scudetto del Napoli di Sarri e intona l’inno dei tifosi azzurri: “Un giorno all’improvviso”.

Mentre le tensioni nel partito e nello schieramento si tagliano con il coltello, Salvini si concede una pausa sportiva e parla del Napoli: “Da milanista, in questo momento, preferirei parlare di pallavolo anziché di calcio. Il Napoli? È la squadra che gioca meglio, che ha l’allenatore più in gamba, quella che ha cambiato di meno. Ha dei meccanismi e una velocità che non ha nessun altro. La Juve ha la pancia piena, le altre non si avvicinano, del Milan preferisco non parlare. Se non succede niente di strano, e chi deve faccia gli scongiuri, il Napoli è messo molto bene”.

Poi Salvini si dichiara. Lui è un nostalgico del pallone di una volta: “Ho iniziato a seguire il Milan ai tempi di Farina, quello che perdeva con la Cavese. Poi ho avuto la fortuna di vivere l’adolescenza col Milan di Sacchi”.

E poco prima aveva detto: “Tifo il calcio vecchia maniera, quello che si giocava tutti insieme alle 15, la domenica pomeriggio. La Var non mi piace, c’è sempre un elemento umano. Ma se uno è superiore, lo è anche verso le decisione della Var e dell’arbitro. Sarri di sinistra? Se fa bene l’allenatore, evviva l’allenatore”.

Sulla Nazionale: “Limiti agli stranieri, anche nelle primavere. Se non metti un limite è chiaro che poi non ci troviamo dei geni in azzurro”.

Alla fine, la “scelta” per cancellare quel coro da stadio antinapoletano che ancora gli rimproverano: tra i due inni azzurri, “ ‘O Surdato ‘nnammurato” e “Un giorno all’improvviso”, Salvini canta il secondo.

Commenti