Cronache

Saronno, morti sospette in corsia. Sequestrate più di 50 cartelle cliniche

Sono oltre cinquanta le cartelle cliniche sequestrate in ospedale. Un'inchiesta interna insabbiò tutto

Saronno, morti sospette in corsia. Sequestrate più di 50 cartelle cliniche

Si allarga a non finire l'inchiesta sulle morti sospette all'ospedale di Saronno. Quattro erano i casi sotto esame quando l'anestesista Leonardo Cazzaniga e l'infermiera Laura Taroni sono finiti in prigione.

Ma adesso sarebbero oltre cinquanta le cartelle cliniche all'esame degli investigatori sequestrate in ospedale. Dagli atti, è emersa l'idea, da parte dei due arrestati, di uccidere anche un cugino acquisito della donna. E che Cazzaniga avrebbe somministrato gocce di un medicinale anche al figlio della Taroni.

Le indagini riguardano almeno cinque casi pazienti deceduti, tra cui il marito dell'infermiera. In particolare, il medico è accusato di quattro presunti omicidi che sono avvenuti il 18 febbraio 2012, il 30 aprile 2012, il 15 febbraio 2013 e il 9 aprile 2013. L'infermiera, che è l'amante del medico, è accusata con il dottore di aver ucciso il marito. Le indagini, oltre che dai carabinieri della compagnia di Saronno, sono state condotte anche dai militari del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Varese, con la collaborazione di un consulente informatico e tre ausiliari per le acquisizioni e gli accertamenti sui computer. La coppia, che lavorava al pronto soccorso, è stata trasferita da Saronno in altre strutture.

I quattro casi sospetti

Le vittime erano persone anziane e malate, alle quali il medico aveva, secondo l'accusa, somministrato dosi letali di farmaci per via endovenosa, in sovradosaggio e in rapida successione: clorpromazina, midazolam, morfina, propofol e promazina. Per gli omicidi è escluso il movente economico, piuttosto si parla di uno "speciale protocollo" che il dottore avrebbe usato per "curare" alcuni degenti. L'omicidio del marito dell'infermiera, invece, è avvenuto, secondo l'accusa, il 30 giugno 2013. Il questo caso la coppia gli avrebbe somministrato, per un lungo periodo, "farmaci assolutamente incongrui rispetto alle sue reali condizioni di salute, debilitandolo fino alla morte". A far scattare le indagini, la denuncia di una infermiera nel giugno del 2014. Sono quindi scattate le intercettazioni, eseguite indagini patrimoniali, acquisiti documenti e disposte consulenze medico-legali. I consulenti hanno individuato i quattro casi in cui la somministrazioni esagerata dei farmaci era stata riscontrata dal diario clinico del Pronto Soccorso e il nesso di causalità tra i farmaci e il decesso. Altri casi hanno evidenziato una somministrazione anomala delle medicine ma non è stato possibile escludere che il paziente, vista la gravità delle condizioni, non sarebbe morto ugualmente. Non sono stati ipotizzati casi di omicidio successivi al maggio 2014. Ma i consulenti dell'accusa hanno certificato che, nei quattro casi individuati, la somministrazione di farmaci in misura incongrua che risulta nello stesso diario clinico del pronto soccorso. Inoltre, scrive la procura, "il nesso di causalità fra tale somministrazione e la morte dei pazienti è stato accertato con elevata gravità indiziaria".

Parla il figlio di una vittima

Un inviato di Pomeriggio 5 è riuscito a parlare con Nunziatino, il figlio di una delle vittime: "Mio padre è stato ricoverato in ospedale per un femore rotto ed era cosciente e interagiva con i miei figli quando è entrato in pronto soccorso. Dopo un pò di tempo che lo stavano visitando hanno comunicato ai miei figli che mio padre era morto. Siamo rimasti shockati per questa morte improvvisa. Sono allibito da questi arresti, ci sono rimasto molto male".

"Sono necessarie verifiche, ma non è un caso di malasanità".

Così in una conferenza stampa il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, sul caso di Saronno, dove sono stati arrestati un medico e un infermiera accusati di aver ucciso 35 pazienti.

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