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Gli sciacalli verdi

Gli sciacalli verdi

Non vorrei che ci trovassimo a dovere scegliere tra sovranismo ed ecologismo, due ricette politiche ed economiche che ci riportano indietro nel tempo e che limitano le nostre libertà, perché, come ha scritto Filippo Rossi in un suo recente saggio sulla destra possibile, «quando gli ideali diventano ideologie è lì che nasce una dittatura».

Ecco, noi vorremo rimanere sul terreno degli ideali, a partire da quello della libertà personale, che non può essere messa in discussione da un regime di «Stato etico». Un'etica per di più ipocrita, che plaude a Greta che va in America in barca a vela «per non inquinare» in compagnia di un principe (cosa stupida e non proprio alla portata di tutti), ma che contemporaneamente brucia oltre un milione al giorno di denaro pubblico per tenere in piedi il carrozzone di Alitalia e incamera un miliardo all'anno dai bilanci di Eni, la nostra azienda petrolifera. Tanto varrebbe chiudere Alitalia ed Eni e fondare una compagnia di Stato di barche a vela, biciclette e muli, questi ultimi buona alternativa per andare a fare i week-end a Cortina o a Courmayeur con tate al seguito.

Insomma, il governo non si fa problemi a sostenere e lucrare su chi produce inquinamento, ma introduce per noi quelle «tasse verdi» che vanno tanto di moda. Dopo quelle annunciate su auto, viaggi aerei e cibi confezionati, ecco spuntare la tassa sul riscaldamento sotto forma di aumento dell'Iva su gas ed elettricità. Altro che «tasse verdi», queste sono solo «tasse furbe», un modo di fare cassa colpendo i consumi inevitabili. Perché è ovvio che non ci si può spostare in barca a vela o a cavallo, ma in auto ed aereo; perché è evidente che le nostre case d'inverno devono essere tenute calde a tutela nostra e dei nostri nonni e bimbi che altrimenti rischierebbero di ammalarsi.

Queste non sono ricette economiche, ma pasti di sciacalli. Ti colpiscono dove non ti puoi difendere, di fatto introducono una patrimoniale mascherata da nobili principi ambientali e suddivisa in decine di balzelli, sperando così di farla franca davanti all'opinione pubblica.

Offro un'alternativa: tassiamo ogni parlamentare (e ogni premier) che cambia idea e non rispetta il patto fatto con gli elettori in campagna elettorale, faremo sicuramente più soldi che a tassare il caldo nelle nostre case.

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