Cronache

Scoperta rete islamista in Europa: "Progettavano attentati terroristici"

Importante operazione anti terrorismo in tutta Europa: 17 fondamentalisti islamici in manette. In Norvegia in manette un mullah vicino allo Stato islamico

Scoperta rete islamista in Europa: "Progettavano attentati terroristici"

In Norvegia, nel corso di un raid notturno, è stato arrestato Faraj Ahmad Najmuddin, alias Mullah Krekar. Controversa figura del mondo islamico locale ritenuta vicino allo Stato islamico, è sospettato di aver pianificato un attentato terroristico in Italia. Qualche ora più tardi, nel corso di due altre perquisizioni della polizia, sono state fermate altri due fondamentalisti islamici. Tutte e tre le operazioni, legate a rivendicazioni di attività per pianificare atti terroristici in Europa, sono connesse a un'imponente operazione che ha portato alla luce una pericolosissima rete jihadista che opera in tutto il Vecchio Continente. In Italia l'operazione "Jweb" ha portato all'arresto di almeno sei jihadisti.

L'Europa è sotto attacco. L'islam radicale sta preparando nuovi attacchi. E, dopo Londra, Madrid e Parigi, si preparano nuovi obiettivi da colpire. Le forze di intelligence di Regno Unito, Norvegia, Finlandia, Germania e Svizzera, coordinate da Eurojust, sono riuscite a portare alla luce un'altra rete islamista di cui facevano parte almeno sedici cittadini curdi e un kosovaro. "Sei sono stati arrestati in Italia ed un settimo è stato localizzato in Iraq dagli inquirenti italiani - spiegano gli inquirenti - quattro sono stati arrestati in Gran Bretagna, tre in Norvegia, due sono le misure in carico alla Svizzera nei confronti di una persona che si ritiene morta in Siria in combattimento e di un’altra che è già stata perquisita e nei cui confronti pende una richiesta di arresto a fini di estradizione". Un esponente della cellula finlandese, infine, sarebbe morto in Iraq. L'aggancio con le nuove "reclute" avveniva ovviamente attraverso il web. Abdul Rahman Nauroz, per esempio, è risultato "particolarmente attivo nell’attività di reclutamento, sia attraverso internet sia attraverso 'lezioni' che teneva nel proprio appartamento di Merano, luogo di riunioni segrete e crocevia di aspiranti jihadisti".

Mullah Krekar, già fondatore nel 2001 del gruppo terroristico Ansar al Islam, è uscito alla ribalta nel 2012 quando finì in carcere per minacce di morte a Erna Solberg, l’attuale premier e allora figura emergente del partito conservatore. Precedentemente aveva minacciato l'ex premier Kjell Magne Bondevik ed era finito al centro di accesissime polemiche per le sue "uscite" su una interpretazione molto radicalizzata dell'islam. Al momento dell'arresto si trovava in regime di domicilio in un centro per rifugiati a Kyrksaeteroera, un villaggio di appena 2.500 abitanti a circa 500 chilometri da Oslo. "Dal carcere - spiegano gli inquirenti - continuava a essere la guida ideologia e strategica dell’organizzazione con diramazioni in tutta Europa, Italia compresa". È già all’esame un accordo per l'estradizione del mullah vicino all'Isis in Italia.

Lo scopo era quello di "convincere gli allievi" (e tra questi in particolare Hasan Saman Jalal), a "partecipare a azioni armate di guerra o terroristiche pianificate come suicide". Mentre l’intenzione di Hasan Saman Jalal "non si è mai tradotta in azione", altri membri di Rawti Shax, l’organizzazione facente capo al Mullah Krekar, sono riusciti a raggiungere il teatro siro-iracheno per combattere. "Tra questi Sheda Sameer, membro della cellula svizzera dell’organizzazione, giunto in Siria nel giugno 2014 e inseritosi in un gruppo armato legato ai terroristi di Jabhat Al-Nusra - raccontano gli inquirenti - Seddek Kadir Karim, già responsabile della cellula finlandese, unitosi alle milizie dell’Isis e morto in Iraq nel dicembre 2014; Ali Mohammed Ali, membro della cellula finlandese, presente in Siria fin dalla metà del 2013 tra le fila dell’Isis e verosimilmente ucciso il 27 marzo 2014 in combattimento; Ali Mohammad, che dopo aver militato in Siria con l’Isis ed essere stato respinto dalle autorità finlandesi, il 15 luglio 2014 è giunto in Italia dove ha ricevuto supporto a Merano da Abdul Rahman Nauroz, uno degli arrestati".

Per quanto riguarda l'Italia, il ruolo di Rawti Shax, quale "filiera di facilitazione per la Siria", è emerso in particolare nella vicenda che ha riguardato il cittadino di origine kosovara Hodza Eldin, pure lui indagato e destinatario di misura cautelare. Gli investigatori infatti spiegano che la rete di Rawti Shax, tramite Abdul Rahman Nauroz, si è adoperata per realizzare il proposito di Hodza di partire per la Siria, finanziando il viaggio in aereo per Istanbul con 780 euro forniti da due degli indagati, responsabili delle cellule finlandese e svizzera. La partenza di Hodza è avvenuta il primo gennaio 2014 e l’intero suo viaggio per la Turchia è stato monitorato dagli investigatori del Ros. Hodza Eldin è quindi riuscito a passare il confine e ad essere accettato in un campo di addestramento "sotto la bandiera nera" dell’Isis.

A metà febbraio 2014, l’uomo è però precipitosamente rientrato in Italia attraverso la Svizzera, anche se poi ha maturato nuovamente l’intenzione di partire per la Siria, condividendo con la cellula italiana la sua esperienza terroristica sul campo e diventando un "esempio da seguire".

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