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Se l'ispettore del lavoro si assenta dal lavoro

Se l'ispettore del lavoro si assenta dal lavoro

E l'ispettore del lavoro si assentò dal lavoro. Erano sette, e sono stati pizzicati (e sospesi) dai carabinieri di Pavia: facevano la spesa in orario di lavoro e accompagnavano i figli a scuola lasciando prima l'ufficio con la scusa di andare per negozi e nei cantieri a caccia di «altri» furbetti, e si facevano anche rimborsare la benzina. È l'ennesima vittoria - per usare una metafora del film Fantozzi - del ragionier Calboni sul povero Paolo Villaggio. Già, perché è un vizio antico quello di scaricare sui Fantozzi di turno il proprio lavoro, quando lo Stato largheggiava sulle assunzioni per far piacere ai partiti e ai sindacati.

Ma quella stagione è finita per sempre. Non c'è tradimento peggiore che fregare lo Stato, soprattutto con milioni di giovani a spasso. Qualche collega se n'è accorto e ha spifferato tutto. Quel collega è come Fantozzi. Un Fantozzi che ha vinto.

Fantozzi non deve morire.

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