Sgarbi quotidiani

Se il prete caccia i credenti dalla Chiesa

Se il prete caccia i credenti dalla Chiesa

La comunità di Vittoria, nel cuore della Sicilia, deve prendere le distanze dal prete della sua chiesa don Jean Claude della Repubblica del Congo che è arrivato in Italia con il grato compito di amministrare il culto e garantire la manutenzione dei luoghi. Le Chiese cristiane sono adorne di sculture, tele e affreschi in un tripudio di bellezza che illustra lo splendore divino. Se essa non fosse necessaria, le chiese sarebbero come garage o magazzini. La fede si nutre anche attraverso gli occhi, non solo attraverso le parole del sacerdote. Nessuna religione ha espresso tanta bellezza come la religione cristiana. Le altre religioni monoteiste escludono la rappresentazione di Dio, che è irrappresentabile. Si prega, dunque, anche con gli occhi.

Le porte della chiesa sono aperte a tutti. E chi entra ascolta e vede. La chiesa accoglie fedeli e infedeli. Io sono cristiano e nessun prete mi può considerare straniero, né può pensare di respingermi, proclamando: «Non è questo il momento di guardare le opere d'arte». Come se ci fosse un momento in cui le opere perdono il loro significato devozionale e vanno viste come puri ricordi, quale oggetti d'arte. Non per me e per nessun cristiano che sente Dio attraverso le immagini. Non è un buon prete quello che respinge, e che separa fede e bellezza.

Legga Niccolò Tommaseo, e rilegga i vangeli, don Jean Claude, e sappia che Dio è ovunque ma non nella Chiesa dove il prossimo suo viene respinto.

Commenti