Se recluti jihadisti su Facebook, per i giudici non sei pericoloso
Il giudice invia agli arresti domiciliari Jalal El Hanaoui, marocchino accusato di istigazione di jihadisti a compiere atti di terrorismo su Facebook
Il giudice invia agli arresti domiciliari Jalal El Hanaoui, marocchino accusato di istigazione di jihadisti a compiere atti di terrorismo su Facebook

Due ore di camera di consiglio per decidere che il marocchino Jalal El Hanaoui, accusato di istigare al terrorismo islamico e reclutare jihadisti su Facebook, può lasciare il carcere. Direzione: casa sua. Ai domiciliari, certo, ma comunque più comodo che dietro le sbarre. La motivazione del giudice di Pisa suona, più o meno così: "Non è più pericoloso dopo un anno di carcere".
L'accusa: reclutamento di jihadisti
I giudici hanno ritenuto che "all'esito dell'istruttoria dibattimentale emerge un grado di pericolosità sociale attenuato rispetto a quello inizialmente delineato nelle ordinanze cautelari tenuto conto innanzitutto del profilo soggettivo", del detenuto che "ha mostrato di avere percepito un effetto deterrente dal periodo di carcerazione sin qui subito e di avere pienamente compreso il grado di gravità" delle accuse rivoltegli. In poche parole, dopo solo un anno si sarebbe "redento", comprendendo la gravità delle sue gesta.
A spingere i giudici a decidere per la scarcerazione è stata una telefonata intercorsa tra El Hanaoui e un italiano convertito all'islam. Per l'avvocato questa dimostra "l'insussistenza degli indizi di colpevolezza ed emerge solo la figura di un giovane interessato alla religione che in un colloquio con un amico commenta episodi di attualità".
Peccato che il Pm non la pensi esattamente come i giudici. "La telefonata - ha detto Angela Pietroiusti - ha confermato la pericolosità sociale in quanto l'interlocutore dell'imputato lo ritiene un sapiente dell'Islam e quindi ne è influenzato, così come l'intera istruttoria dibattimentale ha confermato tuttora la persistenza dell'elevata pericolosità sociale del detenuto.
I domiciliari
Ora El Hanaoui verrò trasferito a Ponsacco, non appena sarà disponibile un braccialetto elettronico. Non potrà usare internet, nè fare e ricevere telefonate, nè altri dispositivi elettronici o incontrare persone diverse dai suoi familiari e gli avvocati difensori.
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