Se sei mafioso niente cure, l'Inps di Bari blocca la pensione

L'Inps di Bari ha bloccato (senza preavviso) il pagamento di pensione e accompagnamento a un uomo condannato per mafia e malato di Aids

Se sei mafioso niente cure, l'Inps di Bari blocca la pensione

Se sei mafioso, l'Inps ti blocca pensione e accompagnamento, anche se sei gravemente malato di Aids e i medici non ti permettono di stare in carcere. Il diretto interessato lo ha saputo da un giorno all'altro, due settimane fa, e ad anni di distanza dalla condanna per associazione di stampo mafioso finalizzata al traffico di stupefacenti. Lo ha scoperto perché, senza preavviso, all'inizio di maggio non ha trovato più soldi sul suo conto corrente. E, dopo una lunga e disperata richiesta di chiarimenti, ha ricevuto un messaggio:"Il pagamento della sua pensione è stato sospeso in applicazione dell’articolo 2 comma 58 63 della legge 92/2012". La telegrafica e oscura comunicazione, come riporta La Gazzetta del Mezzogiorno, significa appunto: siccome sei mafioso, lo Stato non ti dà più nulla.

L'uomo in questione è un elemento di spicco della criminalità organizzata barese degli anni Duemila. Ha contratto l’Hiv molti anni fa, a 17 anni, utilizzando una siringa usata. Ma l'improvvisa sospensione dell'assegno fa sorgere qualche domanda: se sei mafioso e condannato per qualsiasi tipo di reato più o meno grave, perdi il tuo diritto alla salute? L'uomo in carcere non può stare: medici e giudici hanno stabilito che le sue precarie condizioni fisiche non sono compatibili con la detenzione carceraria. Dal 2010 sconta la condanna a casa, prima in un’abitazione a Bisceglie ora a Santo Spirito.

L’Aids lo sta divorando, al punto che l’Inps di Andria gli riconosce anche il diritto all’accompagnamento che se ne va tra sedia a rotelle, girello, farmaci, pannoloni e fisioterapista. L'assegno, di 800 euro in tutto, improvvisamente però è stato sospeso e lui ha impiegato una decina di giorni prima di riuscire a capire il perché, collezionando una serie di porte in faccia e telefoni sbattuti. Finché una funzionaria ha deciso di studiare l’intera pratica, e gli ha spiegato: "Non possono bloccarle tutto così. Passi la pensione, ma l’accompagnamento....".

Ora lo aspetta una lunghissima trafila in quegli uffici, dopo essersi sottoposto a una nuova visita all'Inps e aver ottenuto un nuovo certificato rilasciato dalla Procura Generale che riepiloghi la sua situazione giudiziaria.

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