Cronache

Il secondo cervello sta nella pancia La nuova frontiera della terapia è la meditazione

Dieta e disordini alimentari causano variazioni dell'umore Ma spesso i disturbi gastrointestinali sono sottovalutati: troppe autodiagnosi e cure fai-da-te Solo il 5% si rivolge allo specialista

Il secondo cervello sta nella pancia La nuova frontiera della terapia è la meditazione

Il mal di pancia non risparmia nessuno. Più di sei italiani su dieci soffrono almeno una volta ogni due mesi di disturbi gastrointestinali. E le vere e proprie malattie dell'apparato digerente sono tra le prime cause di ospedalizzazione, con circa 1,5 milioni di ricoveri l'anno. Il 70 per cento della popolazione adulta è affetto da bruciori di stomaco, il 50 per cento degli uomini oltre i 60 anni da gastrite cronica, il 10 per cento da ulcera. Quest'ultima, tra i 20 e i 40 anni, è più frequente negli uomini che nelle donne. Anche se trent'anni fa il rapporto tra maschi e femmine con l'ulcera era di 20 a uno, mentre oggi si è ridotto a due contro uno, a causa tra l'altro dell'aumento delle donne fumatrici. Colpiti a livello gastrointestinale anche i più piccoli. In uno studio su 82 bambini che avevano spesso dolori addominali gli esami clinici hanno rilevato la gastrite nel 60 per cento dei casi.

Ulcera e gastrite, ma non solo. Reflusso gastroesofageo, stitichezza, diarrea, nausea, gonfiore addominale, cattiva digestione, celiachia, colite, sindrome da intestino irritabile. Oltre alle malattie infiammatorie croniche dell'intestino (Ibd), cioè morbo di Crohn e rettocolite ulcerosa, che colpiscono 200mila italiani. Sono tutti problemi di competenza del gastroenterologo. Eppure solo il 5 per cento delle persone che ne soffrono, in aumento negli ultimi anni, si rivolge allo specialista. Rischiando di compromettere la propria salute. Alcune patologie gastrointestinali infatti possono degenerare in tumore e questo tipo di neoplasie rappresenta una delle principali cause di morte nel nostro Paese.

Ma si fa presto a dire gastrite. Spesso si abusa di questa parola, dopo un'autodiagnosi basata su bruciori di stomaco e cattiva digestione. La gastrite è un'infiammazione della mucosa dello stomaco causata da agenti che aumentano l'acidità o diminuiscono le barriere protettive, come lo stress, l'utilizzo di farmaci o l'infezione da Helicobacter pylori. Nella forma acuta i sintomi sono forte dolore e bruciore all'addome, nausea e vomito. In quella cronica si avvertono senso di pesantezza, bruciore, gonfiore addominale, digestione difficoltosa. I sintomi della gastrite però sono aspecifici, non sono cioè riconducibili direttamente a questa patologia, che non è facile da individuare. Quando è opportuno fare la gastroscopia quindi? Nei casi in cui i sintomi insorti di recente si associano a calo di peso, difficoltà a deglutire o un'età sopra i 50 anni.

Sta nella saggezza popolare ed è scientifico: l'influenza dei fattori psicosociali sulle malattie dell'apparato digerente è fondamentale. L'ulcera ad esempio è stata considerata per anni la malattia psicosomatica per eccellenza. Di più: intestino e cervello si influenzano a vicenda, tanto che la teoria dei «due cervelli» è ormai universalmente riconosciuta. Secondo Michael D. Gershon, esperto di anatomia e biologia cellulare della Columbia University e autore del best seller The Second Brain , il nostro secondo cervello è appunto la pancia. Lì c'è la chiave di stress, ansia e tensione. Questo organo, pur avendo solo un decimo dei neuroni del cervello, lavora in modo autonomo, aiuta a fissare i ricordi legati all'emotività e ha un ruolo fondamentale nel farci avvertire gioia e dolore. Inoltre è molto attivo nel coordinare emozioni e sistema immunitario e le sue cellule producono il 95 per cento della serotonina, il neurotrasmettitore del benessere. Il rilascio avviene in seguito a input esterni, come l'ingestione di cibo ma anche suoni e colori. E a stimoli interni, emozioni e abitudini.

Per Gershon, nell'asse pancia-testa almeno in certi campi domina la prima. La mole di messaggi che il «cervello addominale» invia a quello centrale rappresenta il 90 per cento dello scambio totale, sostiene lo scienziato. Si tratta per lo più di messaggi inconsci, che percepiamo solo quando diventano segnali di allarme e scatenano malessere. Le tipiche «farfalle nello stomaco» per un esame sono solo un esempio di «emozioni della pancia». Ma se è vero che ansia e stress alterano il funzionamento dell'intestino, è altrettanto vero il contrario. Dieta e disordini intestinali possono causare variazioni dell'umore.

La prossima frontiera? Curare i disturbi gastrointestinali con la meditazione o la depressione grazie a uno yogurt con il giusto mix di batteri.

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