Cronache

Contro la siccità il sindaco si affida pure... al rabdomante

Il Cicap contesta la mossa del sindaco di Bajardo che si è affidato ad un rabdomante per trovare acqua nel terreno. Il primo cittadino, però, non solo si difende ma rilancia spiegando di essere pronto a pagare di tasca propria la consulenza

Contro la siccità il sindaco si affida pure... al rabdomante

Quando si è nella disperazione le si tenta di tutte per uscirne al più presto. Anche provare cose che in tempi di normale quotidianità non si sognerebbe minimamente di fare. E così in questa estate caldissima segnata da una imprevista siccità si ricorre ad ogni espediente per trovare l’acqua, elemento fondamentale per la vita la cui importanza la si sta avvertendo in questo periodo a causa della mancanza di importanti precipitazioni. Per cercare l’"oro blu" alcuni piccoli comuni dell’estremo Ponente ligure si sono affidati ad un rabdomante, una figura tenuta in considerazione nel lontano passato che avrebbe la capacità di scoprire nel terreno la presenza di acqua o metalli preziosi seguendo le vibrazioni di una bacchetta forcuta, tenuta orizzontalmente con le mani per le due estremità.

"Di scientifico non c'è nulla, lo so ma due delle nostre cinque sorgenti si sono seccate negli ultimi mesi", ha spiegato a la Stampa Remo Moraglia, sindaco di Bajardo, piccolo centro di 300 abitanti non lontano da Sanremo. Il primo cittadino ha ricordato che fino ad ora un grande aiuto è arrivato dalle autobotti dei vigili del fuoco "che ci hanno portato l'acqua". Ma è difficile andare avanti così. "Ho saputo che anche in passato ci si era rivolti al rabdomante e l'ho chiamato", ha ammesso il sindaco. Segno evidente di difficoltà. La situazione, infatti, è tutt’altro che rosea. I torrenti sono senza acqua o ai minimi storici mentre l'unico grande invaso dell'entroterra è quasi asciutto.

Moraglia è pronto a tutto. Ammette di capire lo scetticismo sulla questione ma si è detto pronto, qualora la Corte dei Conti avesse da ridire, a pagare la "parcella" del rabdomante, circa 300 euro, di tasca propria. Si vedrà.

Intanto la storia prosegue. Il rabdomante pronto a intervenire è il 74enne Renato Labolani, residente ad Apricale. Il sindaco di questo picciolo centro abitato era stato costretto a chiudere l'acqua alcune ore al giorno proprio per la siccità. Poi la svolta con l’intervento del rabdomante lo scorso luglio. Il rabdomante ha trovato una fonte d'acqua. "Quella fonte è da 250 metri cubi al giorno", ha spiegato. Un successo che ha spinto il sindaco di Bajardo a seguire la stessa strada. Il primo cittadino ha evidenziato che il 74enne "ha trovato da noi cinque punti di acqua, tra i 120 e i 250 metri di profondità. Ora valuteremo di chiamare i tecnici per carotaggi e trivellazioni, magari prediligendo il punto meno profondo, sperando che lì ci sia acqua davvero".

Qualcuno, però, storce il naso. Il Cicap, Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sulle pseudoscienze, non crede nell’abilità del rabdomante. Nulla di personale. L’organizzazione ha posizioni profondamente scettiche su ogni attività non riconducibile alla scienza ufficiale. In questo caso, come anche in altri, ha invitato il rabdomante a un esperimento di verifica delle sue abilità sensitive.

Labolani, però, è il primo che ci va cauto. Il 74enne, che preferisce definirsi esperto di radioestesia, raccoglie la sfida: "La mia non è una scienza e lo so. Ma è reale e i risultati ci sono. Vorrei incontrare qualcuno del Cicap per un confronto diretto: prendiamo un terreno e vediamo chi trova l'acqua e chi sbaglia".

Ma Lanolani come riesce ad operare? È lui stesso a spiegarlo. Il rabdomante ha affermato che ogni oggetto emette vibrazioni che "possono essere colte soltanto dalla nostra parte inconscia. Io con il pendolo, in passato usavo il bastoncino ma l'ho abbandonato, le riesco a percepire. Sembra strano ma funziona". Una spiegazione che al Cicap non basta.

Nella propria pagina l’organizzazione riprende la notizia riportata dall’Ansa e ripresa da altri organi di informazione ed avverte che è necessario che "le istituzioni pubbliche prendano decisioni e dispongano dei propri fondi tenendo conto delle evidenze scientifiche".

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