Cronache

Il sindaco di Livorno: test dna sugli escrementi dei cani per multare i padroni

Il sindaco Nogarin (M5S) uole istituire gli esami del sangue agli iscritti all’anagrafe canina, per poi poter multare i padroni dei cani che non ripuliscono marciapiedi e strade

Il sindaco di Livorno: test dna sugli escrementi dei cani per multare i padroni

Il sindaco di Livorno, Filippo Nogarin (M5S), vuol ripulire la sua città. Per farlo ha pensato di stangare i padroni dei cani i cui "bisogni" sporcano strade e marciapiedi. Ma come fare a stanarli? Semplice, pensa il sindaco, attraverso l'esame del dna delle feci. Sembrerà strano la il primo cittadino di Livorno ne ha parlato ai suoi collaboratori, come scrive Il Tirreno. L'idea non è originale, ma si ispira a un progetto sperimentale in corso in un'altra città. "Sto guardando con molto interesse - spiega Nogarin - al progetto sperimentale che sta portando avanti Napoli per individuare il dna dei cani dalle cacche. Ne dovrò parlare in giunta. Nella città campana ha portato grandi risultati e funziona così: vengono analizzati preventivamente i dna dei cani posseduti in un determinato quartiere, dopodiché si analizzano le deiezioni trovate per strada e laddove c’è corrispondenza del dna si risale all’animale, quindi al proprietario e si fa la sanzione".

Da anni sentiamo parlare del dna come la "chiave" con cui la scienza ci permette di individuare i colpevoli dei reati più efferati, inchiodando molti assassini che, altrimenti, resterebbero impuniti. Avreste mai pensato che lo stesso know-how ci può costringere a diventare più civili, obbligandoci a ripulire le strade insozzate dai nostri cani? "A Napoli – insiste Nogarin – c’è stata una riduzione del 70% del fenomeno. È uno strumento interessante da a adottare, parleremo con il Comune di Napoli che l’ha sperimentato e decideremo".

Ma quanto può costare un esame del dna per incrociare i dati contenuti nell'anafrafe canina ed eventualmente risalire al proprietario dell'animale? Il test, si legge sempre sul Tirreno, dovrebbe costare intorno ai venti euro. Tenendo conto che la sanzione per chi sporca è di 50 euro, potrebbe essere conveniente. Se però teniamo conto che, ad esempio, ci sono almeno 17.630 cani iscritti all'anagrafe canina, pensare di poter effettuare un test su tutti questi animali, istituendo poi un apposito registro del dna, pare un'impresa non facilissima. Tenendo conto anche che la "mappatura" avrebbe un costo non indifferente, che difficilmente sarebbe digerito dai proprietari dei cani se imposto come ennesimo balzello. L'idea, comunque, verrà valutata in ogni suo aspetto, senza escludere di sperimentarla, all'inizio, solo in un quartiere, come avvenuto a Napoli con il quartiere del Vomero.

A questo punto, però, sorge un sospetto. Dopo i cani a quali altri animali toccherà il test del dna? Ai gatti? Poi magari anche ai piccioni o, essendo Livorno una città di mare, anche ai gabbiani?

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