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"La sinistra fa la sinistra solo lontano dalle elezioni"

"La sinistra fa la sinistra solo lontano dalle elezioni"

«La sinistra riesce a fare la sinistra solo se le urne sono lontane». Pietrangelo Buttafuoco in viaggio per partecipare alla festa del suo giornale, il Fatto Quotidiano, si gode dal finestrino la vista di un Paese dove la sinistra al governo raccoglie il suo miglior successo facendo cose di destra. E del resto mai come in questo periodo storico le idee e perfino le parole della destra sono state di moda, emulate da tutti, da Di Maio che invoca lo stop alle Ong, al Pd che chiama un uomo come Minniti a risolvergli i problemi. Un fenomeno che merita di essere indagato.

Buttafuoco, come mai sono così di moda le idee di destra?

«Copiare le idee di destra è l'applicazione di un principio di realtà che si ripete ogni volta che le elezioni si avvicinano. Si può essere di sinistra solo quando si ha il portafogli gonfio, non si deve votare a breve, quando non si prendono i mezzi pubblici, non si hanno vicini di casa rumorosi e si va a fare la spesa in un supermercato bio con il motorino col cestino di vimini».

Partiamo da Minniti per cercare di capire questo improvviso revival delle idee di destra.

«Una figura paradigmatica: chi lo conosce sa perfettamente che lui non c'entra niente con la fuffa della sinistra. Lui è figlio del partito comunista, che per un equivoco viene scambiato per officina della sinistra, ma è cosa diversa: una potente e spietata bestemmia che ha fatto milioni di morti. E che è diverso da Paese a Paese: in Russia, dove c'è uno spirito forte, caduta l'Urss sono andati tutti in chiesa, nella Germania dell'Est, crollato il muro, tutti al porno shop. Oltretutto, culturalmente e per formazione esistenziale Minniti appartiene a una famiglia di militari, ed è significativo che nell'attuale situazione sia unico punto fermo del governo, mica è la squinternata estetica renziana della sinistra da muretto».

Un paradosso non inedito.

«Nell'orizzonte culturale della sinistra italiana l'unica espressione forte è stata Benito Mussolini. Il fascismo con la destra non c'entra niente, come non si stanca di ripetere Antonio Pennacchi».

E il liberalismo?

«Anche quello c'è nella storia della sinistra, non è una cosa del popolo. Basta pensare al cinema, alla scena in cui Amedeo Nazzari, nei panni del Brigante di Tacca del Lupo, calpesta col cavallo un tricolore, esclamando sprezzante sporchi liberali».

La questione dei migranti sembra essere la molla che ha fatto scattare questo ribaltamento dei ruoli.

«L'elemento che fa impazzire questa maionese di idee è l'odio per l'islam, che è la religione più di destra, tutta Dio, patria e famiglia com'è. Tutti pensano che gli immigrati sgomberati dal palazzo romano di via Curtatone fossero islamici, ma io che lavoravo da quelle parti li vedevo quando uscivano la mattina, ricevere la benedizione del sacerdote: sono tutti copti».

C'è anche un elemento sociale, la crisi economica.

«Dobbiamo capire che il ceto medio si è proletarizzato, la gente prova ansia, paura e questo ti cambia, ti fa riscoprire valori come legge e ordine. Sui social leggo cosa scrivono miei coetanei che da giovani erano i più scavezzacollo, viaggiavano per andare ai festival al parco Lambro, respiravano cultura underground. Ora quel che scrivono fa impallidire Meloni e Salvini».

Un fenomeno che contagia anche insospettabili.

«Perfino un simbolo della trasgressione come Vasco Rossi: il figlio racconta che il padre lo ha indirizzato verso valori tradizionali, lo mette in guardia dalle droghe, contraddicendo tutta la sua poetica».

Suona come un fatto epocale.

«È un ribaltamento che fa crollare l'egemonia culturale della sinistra, schiacciata dai codici del linguaggio della destra, non quelli mediati da intellettuali, qui non c'entrano Prezzolini o Heidegger, parliamo di valori pop, password trasmesse dai social network».

Un altro sintomo è la rivalutazione di personaggi della destra.

«Un tempo la Fallaci, con il suo temperamento ribelle, non sarebbe mai figurata nel presepe delle famiglie perbene. Ora è un idolo pure dei pensionati».

Un altro grave errore della sinistra è anche l'aver imposto un'occhiuta censura sulle parole, cosa che suona ipocrita non solo a destra.

«È un automatismo imposto dall'ideologicamente corretto che, ahinoi, ha contagiato perfino la destra: perfino in questa chiacchierata ci guardiamo bene dall'usare le parole considerate inopportune, pena essere messi fuori dal consesso sociale. Le mamme piuttosto che insegnare ai figli dell'ave maria, sono più concentrate a stare attente che non usino a scuola termini al di fuori di quelli ammessi dal politicamente corretto».

La Boldrini è la sacerdotessa di questo nuovo culto.

«Lei non dice cose di sinistra, lei incarna l'ortodossia del perbenismo, quello delle prof con il cerchietto in testa, sostituisce le beghine di una volta. Se fosse un personaggio di Bocca di Rosa, nei versi di De André sarebbe una di quelle col ditino alzato, che dà buoni consigli se non può più dare il cattivo esempio».

Siamo davvero in un'epoca di paradossi.

«Sì, basti dire che a incarnare gli ideali di destra ora c'è un ex colonnello del Kgb. E Minniti fa come lui in Russia: sa toccare le corde giuste.

E pensare che il Pd ha scaricato D'Alema ma ora si affida a un suo figlio politico».

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