Cronaca locale

Sit in di solidarietà per Asia Bibi, ma la Raggi non espone la foto

Manifestazione per chiedere la concessione del diritto d'asilio ad Asia Bibi sotto il Campidoglio, ma la Raggi non risponde alla richiesta tesa all'esposizione di una foto

Sit in di solidarietà per Asia Bibi, ma la Raggi non espone la foto

Mentre associazioni e fondazioni hanno partecipato a un sit in di solidarietà per Asia Bibi, il sindaco di Roma Virginia Raggi non ha neppure risposto alla richiesta proveniente dalle stesse, quella tesa a far esporre una foto della giovane in Piazza del Campidoglio.

La manifestazione per domandare all'Europa di concedere alla donna pakistana asilo politico il prima possibile si è svolta questa mattina, nel luogo dove il primo cittadino della Capitale avrebbe potuto esprimere tutto il proprio sostegno alla causa.

Come i lettori ricorderrano, Asia Bibi è stata da poco assolta da accuse di blasfemia. I fondamentalisti islamici, però, continuano a pretendere la sua morte. A esprimere disappunto per il silenzio del sindaco, tra gli altri, è stato Filippo Savarese, direttore di CitizenGo: "La Raggi - ha dichiarato a stretto giro - è stata appena assolta da accuse da lei sempre definite calunniose per cui rischiava 10 mesi di carcere . Ci saremmo quindi aspettati maggiore sensibilità verso un'altra donna che solo per la sua fede ha passato in carcere 9 anni, è stata condannata a morte e nonostante l'assoluzione definitiva si trova ancora a vivere nel segreto con una taglia sulla testa".

Coloro che hanno preso parte all'iniziativa hanno posto l'accento pure sui cristiani perseguitati: duecentoquindici milioni di persone costrette a subire le angherie dei fanatismi e degli estremismi. Centodiecimila, invece, sono state le firme raccolte per invitare la Autorità pakistane a liberare la donna una volta per tutte, consentendole di lasciare il Paese in cui è stata accusata: "Asia Bibi - ha continuato Savarese - si trova oggi in un limbo tra i terroristi e i terrorizzati: da una parte i fondamentalisti islamici che minacciano violente sommosse in tutto il Paese se la donna lascerà il Pakistan, dall'altra i Governi europei a cui ha chiesto asilo politico immobilizzati dalla paura di subire attacchi e ritorsioni per la solidarietà e l'aiuto prestato, come ammesso nei giorni scorsi dal Governo inglese". L'Europa, in sintesi, è divenuta la destinataria di questa domanda: il Vecchio Continente rimane una "casa sicura" per i cristiani e, nello specifico, per quelli perseguitati?

Le associazioni avrebbero voluto una presa di posizione da parte di Virginia Raggi. Tanto sulla vicenda riguardante Asia Bibi, quanto sulla tragedia relativa ai cristiani perseguitati, ma nessuna voce si è levata dal Campidoglio.

Alcune sigle presenti oggi, come ProVita, hanno pure chiesto all'esponente del MoVimento 5 Stelle di concedere ad Asia Bibi la cittadinanza romana.

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