Cronache

La soffiata: "Al Baghdadi è in Libia ​Si è curato in Turchia"

Il Califfo Abu Abr Al Baghdadi si sarebbe rifugiato a Sirte, in Libia, proveniente dalla Turchia dove era stato portato per curare le gravi ferite riportate in un raid aereo iracheno nell’ottobre scorso

La soffiata: "Al Baghdadi è in Libia ​Si è curato in Turchia"

Il Califfo Abu Abr Al Baghdadi si sarebbe rifugiato a Sirte, in Libia, proveniente dalla Turchia dove era stato portato per curare le gravi ferite riportate in un raid aereo iracheno nell’ottobre scorso. Lo riferisce l’agenzia iraniana Fars, citando fonti libiche anonime. Intanto prosegue la guerra commerciale dopo l'abbattimento del jet tra Russia e Turchia. La Rosatom, compagnia russa che opera in ambito nucleare, ha annunciato di aver fermato i lavori per la centrale atomica di Akkuyu, destinata a essere la prima su suolo turco. La decisione è scaturita in seguito all’abbattimento del jet russo da parte dell’aeronautica di Ankara lo scorso 24 novembre, cha ha portato a un’escalation di tensione e al peggiorare dei rapporti tra i 2 Paesi. La Rosatom, compagnia di stato russa, non firmerà così il contratto di appalto da 20 miliardi di dollari e la Turchia si starebbe già guardando intorno alla ricerca di nuovi candidati, senza neanche troppa fretta, considerando che il progetto sarebbe stato ultimato non prima del 2022.

La Turchia vorrebbe risolvere il problema della dipendenza dall’estero per sopperire ai propri fabbisogni energetici, per questo nel 2013 aveva iniziato i colloqui con la Rosatom per la costruzione di 4 reattori da -1,200 megawatt (MW) ciascuno. Un funzionario del ministero turco dell’energia ha dichiarato al quotidiano Hurriyet che "nonostante i russi vi abbiano investito già 3,5 miliardi di dollari, l’abbattimento del jet ha creato un clima di profonda incertezza". D’altro canto le pesanti clausole compensatorie dovute in seguito a recesso unilaterale dal contratto "spingono i russi al silenzio, ad attendere segnali da Ankara". La Rosatom non ha emesso note ufficiali, ma le sanzioni economiche di Mosca, l’imposizione di un visto per i cittadini turchi e le accuse di legami con lo stato islamico, fanno pensare a un accantonamento del progetto.

Lo stesso funzionario ha confermato a Hurriyet che la Turchia sarebbe già alla ricerca di nuovi possibili candidati alla realizzazione della centrale, considerando anche che un secondo impianto era stato precedentemente commissionato a un consorzio franco-giapponese, per un appalto da 22 miliardi di dollari.

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