Cronache

Soldi in nero e casa a Montecarlo: indagati cognato e suocero di Fini

Inchiesta della Gdf sul riciclaggio internazionale e le slot machine. In manette l'ex parlamentare Pdl Amedeo Laboccetta e l'imprenditore Francesco Corallo, mentre sono indagati Sergio e Giancarlo Tulliani, suocero e cognato di Gianfranco Fini

Soldi in nero e casa a Montecarlo: indagati cognato e suocero di Fini

Un blitz della Guardia di finanza ha portato all'arresto di alcune persone, tra cui anche l’ex parlamentare Amedeo Labocetta e l’imprenditore Francesco Corallo, nell’ambito di un'inchiesta che riguarda una presunta associazione a delinquere impegnata nel riciclaggio del denaro proveniente del mancato pagamento delle imposte sul gioco on-line e sulle video-lottery. A quanto si apprende risultano indagate dodici persone, tra cui anche Sergio e Giancarlo Tulliani, rispettivamente suocero e cognato dell'ex presidente della Camera Gianfranco Fini.

L'indagine ha fatto luce su un giro d'affari stimato in circa 300 milioni di euro. Le fiamme gialle hanno eseguito perquisizioni e sequestri di numerosi beni e conti correnti, in contemporanea in diversi Stati (Antille Olandesi, Regno Unito, Canada, Francia). Il denaro, passato dalle società del gioco gestite da Corallo, sarebbe finito all'estero evitando il Fisco.

Secondo gli inquirenti il cognato di Fini avrebbe ricevuto denaro da Rudolf Baetsen, braccio destro del cosiddetto "re delle slot" Corallo. Facendo transitare i soldi su due società offshore, Baetsen secondo gli inquirenti avrebbe finanziato l'acquisto della casa di Montecarlo effettuato da Tulliani nel 2010. L'appartamento, in boulevard Princesse Charlotte 14, già di proprietà di Alleanza Nazionale, fu al centro dell'inchiesta giudiziaria de il Giornale che coinvolse anche l'ex presidente della Camera.

L'indagine, coordinata dal procuratore Giuseppe Pignatone, nasce da una costola di quella sulla Bpm di Massimo Ponzellini, anche lui in affari con Corallo. Con il quale, secondo l'accusa, avrebbe messo in piedi un sistema per la sistematica corruzione di quanti potessero influire sugli affari legati al gioco d'azzardo.

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