Cronache

Sorelline bruciate, preso rom: già condannato, era tornato libero dopo 20 giorni

Serif Seferovic fermato per l'omicidio delle sorelline a Centocelle. Era già stato condannato a due anni per lo scippo della cinese morta sotto un treno, ma lo avevano liberato dopo soli 20 giorni

Sorelline bruciate, preso rom: già condannato, era tornato libero dopo 20 giorni

Fermato a Torino da personale della Sezione Omicidi della Squadra Mobile di Roma, in collaborazione con la Squadra Mobile di Torino, uno dei ricercati per il rogo del camper a Centocelle avvenuto la sera del 10 maggio e in cui morirono tre sorelle di etnia rom. Si tratta di Serif Seferovic, 20enne pregiudicato per reati contro il patrimonio, gravemente indiziato di essere il responsabile dell'omicidio plurimo delle sorelle Halilovic, Elisabeth, Francesca e Angelica, di 20, 8 e 4 anni. Il rom era già stato condannato a due anni per lo scippo di Yao Zhang, la cinese morta sotto un treno, ma era stato liberato dopo appena venti giorni.

L'omicidio delle sorelline a Centocelle

Il provvedimento di fermo era stato emesso dal pm della procura di Roma. L'incendio doloso avvenne all'interno del parcheggio del centro Commerciale "Primavera" di piazza Mario Ugo Guatteri, dove il camper abitato da 13 componenti della famiglia Halilovic era da qualche giorno in sosta. Sin dai primi esiti dell'attività di indagine, basata tra l'altro su informazioni testimoniali e analisi di impianti di videosorveglianza presenti nell'area interessata, era subito emerso che quanto accaduto era da ricondursi a problematiche esistenti tra il nucleo famigliare Halilovic ed uno dei Seferovic, maturate all'interno del campo nomadi di via Salviati dove la famiglia colpita aveva abitato.

In seguito a questi problemi, il padre delle tre vittime era da tempo entrato in forte contrasto con alcuni Seferovic. L'omicidio del 10 maggio era stato preceduto da alcuni episodi di litigi e danneggiamenti, "sintomatici - dicono gli investigatori - del clima esistente fra i due nuclei familiari". È stato, infatti, accertato che pochi giorni prima la famiglia Halilovic aveva improvvisamente abbandonato il campo nomadi di via Salviati. Tutto questo ha portato a rivolgere l'attività investigativa nei confronti del nucleo familiare dei Seferovic. Serif aveva un furgone con le stesse caratteristiche di quello presente sulla scena del delitto e usato dagli autori del rogo.

La cattura di Serif Seferovic

Le indagini hanno consentito di localizzare la compagna di Serif in Sardegna. Mercoledì sera la donna, costantemente e discretamente tenuta d'occhio dai poliziotti, si era imbarcata su un traghetto per Genova da dove, ieri mattina, a bordo di un treno era partita alla volta di Torino dove vivono alcuni parenti della famiglia Seferovic. Arrivata alla stazione ferroviaria "Lingotto" era scesa dal convoglio e, poco dopo, si era incontrata con un giovane subito riconosciuto dagli investigatori come il ricercato. È così che Serif è stato immediatamente bloccato (guarda il video). Su di lui ora pendono i reati di omicidio plurimo, tentato omicidio plurimo, detenzione, porto ed utilizzo d'arma da guerra e incendio doloso.

Il furto alla cinese travolta dal treno

Serif Seferovic era già finito sotto processo all'inizio di quest'anno con l'accusa di furto con strappo ai danni della studentessa cinese Zhang Yao, morta il 5 dicembre 2016, travolta da un treno nei pressi della stazione di Tor Sapienza mentre cercava di recuperare una costosa borsa che le era appena stata rubata. In quell'occasione il rom aveva patteggiato per quello scippo lo scorso 28 febbraio una pena pari a due anni di reclusione. Il ragazzo aveva poi ottenuto la libertà, mentre l'altro nomade che per lo stesso furto aveva patteggiato un anno e mezzo di carcere era rimasto ai domiciliari.

Serif si era costituito alle forze dell'ordine per la vicenda della studentessa cinese ed aveva ottenuto la libertà perchè incensurato.

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