Cronache

Soverato, sindaco Pd stende migrante: "Un pugno e l'ho messo ko"

Ernesto Alecci, primo cittadino di Soverato, ha salvato un uomo dalla furia di un immigrato. Ora racconta com'è andata veramente

Soverato, sindaco Pd stende migrante: "Un pugno e l'ho messo ko"

Il pugno di Ernesto Alecci, primo cittadino targato Pd, a un immigrato è finito su tutti i giornali: "Questa vicenda sta crescendo mediaticamente in maniera esponenziale. E ne sono stupito, perché tutto sommato non è stato nulla di che".

Parola al sindaco Alecci

Ma come è andata veramente. A spiegarlo è proprio lui, il sindaco di Soverato. "Erano le otto di sera - spiega dalle pagine de Il Tempo - e stavo rientrando al Comune, quando improvvisamente mi sono ritrovato due ragazzi davanti al muso della macchina, tanto che per poco non li ho messi sotto. Si stavano azzuffando, cosa atipica a Soverato, che è una cittadina tranquilla. I due sono caduti a terra, finché l'immigrato non ha preso una bottiglia di vetro e l'ha lanciata verso l'altro ragazzo".

Alecci prosegue nel suo racconto: "Osservando la scena, e preoccupato perché lì intorno c'era molta gente che passeggiava, fra cui dei ragazzini, ho tirato il freno a mano e sono immediatamente sceso dall'auto, andando incontro all' immigrato e urlandogli distare calmo. Ma lui ha reagito male, prendendo un'altra bottiglia e scagliandosi contro dime. Ci sia mostrattonati, poi lui ha preso una terza bottiglia per tirarmela addosso. E a quel punto che l'ho colpito con un pugno, buttandolo per terra e bloccandolo fino all'arrivo dei carabinieri. Naturalmente all'inizio non avevo nemmeno capito che fosse un extracomunitario, non sono certo intervenuto per via del colore della pelle. E stato senso civico. Non potevo non intervenire".

Un destro secco allenato negli anni di boxe: "Ho fatto pugilato durante gli anni universitari e anche dopo, ma conta poco. Sarei intervenuto per difendere quella persona a prescindere dalle mie abilità", spiega al quotidiano romano. Un intervento decisivo, perché la situazione sarebbe potuto finire male: "Quel ragazzo era molto violento. Fra l' altro, all'inizio mi sono anche sentito in colpa per averlo colpito, poi, però, la vicenda è stata approfondita, ed è venuto fuori che questo signore, qualche mese fa, aveva già rotto il setto nasale ad una ragazza, e poche settimane fa, entrando in evidente stato di alterazione in un negozio e non ottenendo ciò che voleva, è uscito, ha preso una pietra e si è messo a distruggere l'auto del titolare dell'attività commerciale. Insomma, una persona molto violenta, e questo mi ha fatto sentire meno in colpa".

Nessuna firma di daspo però per l'immigrato: "Il questore, il quale mi ha spiegato che il daspo dura 48 ore e quindi sarebbe stato del tutto inutile. Ora attendo la chiamata della questura che probabilmente agirà con un foglio di via o di allontanamento". Una cosa però è certa per il sindaco-pugile: "A prescindere dal colore della pelle, una persona violenta che si rende protagonista di episodi come questi, viene fermata, grazie alle forze dell'ordine che fanno benissimo il loro lavoro, ma subito dopo rilasciata dai magistrati, che sono costretti ad agire così perché la legge, per reati di questo tipo, non prevede altre misure restrittive. Da sindaco questo non è accettabile.

Personaggi pericolosi come questi vanno resi innocui".

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