Cronache

Spagna, si apre la caccia ai resti di Miguel de Cervantes

Promossa dal Municipio di Madrid e dall'Accademia reale spagnola, la caccia ai resti del letterato interesserà migliaia di persone

Spagna, si apre la caccia ai resti di Miguel de Cervantes

A circa 400 anni dalla sua morte, parte il progetto per la ricerca dei resti di Miguel de Cervantes Saavedra (1547-1616), autore del don Chisciotte della Mancia e considerato da tutti il padre della letteratura spagnola. Cervantes nei suoi ultimi anni di vita visitò l'Italia, passando dal Ducato di Acquavita a Napoli, e spirando in un luogo non ben precisato. E così la Real Academia de España e il Municipio di Madrid hanno deciso di avviare questa campagna che ha richieto quattro anni di gestazione, innumerevoli sforzi e un contributo economico considerevole. L'intento, lanciato dal comune spagnolo, è quello di ritrovare la tomba del letterato proprio in vista della celebrazione dei 400 anni dalla sua morte, trasportando i suoi resti nella terra natia dove vorrebbero tumularlo con onore il 23 aprile.

Le ricerche si concentreranno sul convento dei Trinitari scalzi, luogo nel quale Cervantes lasciò detto di voler essere sepolto, inebriato dalla bellezza del monastero. Negli anni passati si è persa traccia della tomba, che potrebbe essere stata murata all'interno nel convento o spostata in un altro luogo, o ancora distrutta da ristrutturazioni e guerre. A detta di molti, i resti di Cervantes potrebbero trovarsi all'interno dell'ossario del convento, che negli anni accumulò i resti nelle cripte per fare spazio ai nuovi dipartiti. Del letterato, alla fine della sua vita, si perdono le tracce: c'è chi dice che morì nel convento, chi a Napoli, e chi invece sostiene che aspettò la fine dei suoi giorni in terra natìa. Ma, di certezze, il Municipio di Madrid ne ha poche.

Ciò pare però non costituire un problema: grazie alle nuove tecnologie e alle testimonianze lasciate sulla sua persona, gli scienziati credono di poter ritrovare i resti di Miguel. Lo scrittore morì a 69 anni, età elevata per quei tempi, e subì una lesione al petto nella battaglia di Lepanto e, durante la "Lega Santa" contro i turchi, una ferita gli paralizzò il braccio sinistro, fratturando alcune ossa. Secondo alcune testimonianze, Cervantes fu sepolto con al collo un crocifisso di legno, che però potrebbe quasi sicuramente essersi deteriorato.

Per la Spagna sarebbe anche un punto d'onore, perché finora non si hanno tracce delle tombe di quattro personaggi che la magnificarono nel Siglo de oro: oltre allo stesso Cervantes, Diego Velasquez, Calderon de la Barca e Lopez de Vega, acerrimo nemico dell'autore del "Qijote".

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