Cronache

Spazi per la quarantena occupati dai migranti: ecco come nascono i focolai familiari in Friuli

Gli spazi predisposti per la quarantena organizzata in Friuli Venezia Giulia oggi ospitano i migranti della rotta balcanica ed è così che nascono i focolai domestici che stanno preoccupando le autorità sanitarie

Spazi per la quarantena occupati dai migranti: ecco come nascono i focolai familiari in Friuli

La rotta balcanica che porta i migranti ad attraversare a piedi centinaia di km attraverso la Grecia, la Macedonia, la Serbia, la Croazia e la Slovenia, per arrivare poi in Italia o, in alternativa, in Austria, ha un peso sempre maggiore nei flussi migratori verso l'Europa. Nasce già negli anni Novanta e da allora viene percorsa quotidianamente da centinaia di persone. Sia dal mare, che dalla terra, ogni giorno entrano nel Paese centinaia di persone irregolari, e di molte di queste si perdono le tracce. Il problema della rotta balcanica, come riporta il Gazzettino, colpisce soprattutto il Friuli Venezia Giulia, porta d'accesso privilegiata per questo tipo di migrazione. I richiedenti asilo arrivano in Italia e, quelli che vengono rintracciati, devono sottoporsi alla quarantena obbligatoria prevista dalla legge. Vengono isolati in alcune strutture che, però, in origine erano state attrezzate per la quarantena dei cittadini positivi al Covid. Una soluzione studiata dalla Regione per isolarli dalle famiglie ed evitare si estendere il contagio ai congiunti.

Attualmente ci sono circa 280 positivi al Covid in Friuli Venezia Giulia. La vera preoccupazione delle istituzioni sanitarie non sono i casi conclamati, posti in isolamento, ma i quarantenati, ossia coloro che sono sottoposti al regime di quarantena fiduciaria perché sono venuti a contatto con i contagiati. Il loro numero è nell'ordine delle centinaia e si concentrano prevalentemente nelle grandi aree urbane delle città di Udine e Pordenone. Sono destinati a crescere, anche in modo esponenziale, nei prossimi giorni alla luce dei nuovi focolai della movida. Il focolaio di Lignano Sabbiadoro conta già 30 contagi, e questo porta all'aumento esponenziale degli isolati fiduciari. Oltre ai giovani e ai giovanissimi della movida, tra i colpiti ci sono anche i familiari e i loro amici.

Questo ha riportato alla luce una nuova preoccupazione, alla quale si era cercato di trovare una soluzione già ad aprile: trovare degli spazi per chi è costretto all'isolamento, in modo tale da non aumentare il rischio di contagi in famiglia. Un sistema di quarantene organizzate che stava nascendo grazie alle strutture di Tricesimo, Pasian di Prato e Muggia. Il Friuli Venezia Giulia sembrava essere sulla buona strada ma oggi, tutte quelle strutture, ospirano i migranti richiedenti asilo della rotta balcanica. Si è dovuto cercare di trovare altri centri alternativi per la qurantena ma sono quasi al collasso, perché hanno raggiunto e superato la loro capienza massima. Quindi chi deve essere posto in regime di isolamento perché positivo al Covid è costretto a condividere gli spazi con i familiari in isolamento fiduciario.

A quel punto il contatto è inevitabile, soprattutto perchè in molti casi le case hanno una metratura limitata, il bagno è unico, e le famiglie numerose. Ecco che, quindi, crescono esponenzialmente i focolai domestici, che stanno facendo impennare i contagi in Friuli Venezia Giulia.

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