Cronache

Lo spot choc degli animalisti: per la Peta uccidere un pesce è come picchiare un bambino

La nuova campagna choc degli animalisti mette a confronto bullismo, violenze domestiche e l'uccisione di un pesce

Lo spot choc degli animalisti: per la Peta uccidere un pesce è come picchiare un bambino

"Alcune urla non possono essere sentite". O, in inglese "Some screams can't be heard". È lo slogan che gli animalisti della PETA hanno scelto per lanciare la loro nuova campagna video che, se non fosse per nulla ironica, farebbe pensare ad un umorismo molto macabro, più che a un serio tentativo di diffondere la coscienza animalista.

Il gruppo animalista non è nuovo alle pubblicità estreme. Già in passato alcune campagne erano state attaccate dall'opinione pubblica perché ritenute troppo forti o troppo esplicite per essere mostrate. Ma questa volta la PETA ha deciso di osare più del solito. E nell'ultimo video (guarda il video) si è data alle associazioni folli.

Le immagini sono forti e difficili da fraintendere. Prima una lite famigliare. Due coniugi che discutono più che animatamente. Lui che urla addosso alla moglie. Che alza le mani su di lei. E la figlia che urla, terrorizzata. Poi uno scippo piuttosto violento ai danni di una donna anziana. E un episodio di bullismo tra le mura scolastiche.

Tutte immagini forti. Tutte accomunate dalle grida di terrore delle vittime dei soprusi. Tutte esecrabili. E poi la chiusura del video. Una cucina, un cuoco nella classica tenuta bianca da lavoro. E un pesce su un tagliere, che muove la bocca, mentre evidentemente lo chef non aspetta altro che di levargli la testa, cucinarlo e impiattarlo.

Difficile dire cosa c'entri quest'ultima scena con le altre. A spiegarlo l'enigmatico slogan: "Alcune urla non possono essere sentite". Il collegamento è presto fatto: il pesce soffre lo stesso sopruso della bambina che assiste alle violenze domestiche, della donna derubata, del ragazzino preso brutalmente a calci dai compagni di scuola.

Ciò che la PETA intende dire, come spiega sul suo sito, è che anche i pesci - lo dimostrerebbero studi scientifici - sono in grado di sentire dolore. E per questo non andrebbero spellati e sventrati quando sono ancora vivi.

Vero o meno che sia, l'associazione con stupri, violenze e bullismo continua a non reggere.

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