Cronache

Spunta l'amico di D'Alema nelle carte dell'inchiesta

Nelle intercettazioni sulle Grandi opere salta fuori il nome dell'imprenditore salentino che era già comparso - non indagato - nell'indagine barese sulle escort. De Santis non è indagato, ma la procura l'ha fatto perquisire

Da sinistra Stefano Saglia, Stefano Perotti e Francesco Cavallo.
Da sinistra Stefano Saglia, Stefano Perotti e Francesco Cavallo.

Mentre a Roma Lupi cede e si dimette, a Firenze è il giorno dell'interrogatorio di Stefano Perotti, l'imprenditore arrestato che, secondo la procura toscana, era il sodale per eccellenza di Ercole Incalza, «predestinato» ad ottenere la direzione dei lavori delle «grandi opere» in cambio di presunte «strade agevolate» garantite dal superburocrate. Nelle 3 ore e mezza davanti al gip, Perotti si è difeso in modo «lucido e razionale», hanno spiegato i suoi legali Gabriele Zanobini e Roberto Borgogno. «Il clima - hanno commentato gli avvocati - è stato sereno. L'ingegnere ha avuto modo di chiarire tutti quegli aspetti su cui si incentravano le domande del giudice», concentrandosi sulle intercettazioni, sia quelle in cui è coinvolto direttamente sia quelle di terzi «di cui ha cercato di interpretare i contenuti».

Intanto proprio dalle intercettazioni salta fuori il nome di Roberto De Santis. L'imprenditore salentino, vicino a Massimo D'Alema, che era già comparso - non indagato - nell'indagine barese sulle escort, in quanto insieme all'imprenditore pugliese Enrico Intini (del quale è consulente) avevano, tramite Tarantini, ottenuto un incontro con Bertolaso, tentando di arrivare agli appalti Finmeccanica di settore. De Santis e Intini erano stati indagati poi per l' affaire dei finanziamenti alla fondazione Fare Metropoli di Penati.

Ma che c'azzecca l'amico di «Baffino» con Firenze? De Santis compare in scena a ottobre 2013, quando presenta a Cavallo Luigi Fiorillo (lui sì indagato), amministratore delle Ferrovie del Sud Est. Motivo? Per il Ros, l'assunzione del nipote di Monsignor Gioia: «Roberto De Santis e Franco Cavallo si sono poi effettivamente incontrati due giorni dopo (giovedì 17 ottobre); questo incontro è finalizzato a far assumere un nipote di mons. Gioia, tramite Fiorillo».

Il 19 marzo 2014, annota il Ros, Cavallo con circospezione chiede a De Santis «di fare in modo che all'incontro con il ministro Lupi previsto per la sera partecipi “quello” di cui hanno parlato in mattinata: «Digli di venire questa sera che è stato invitato». E il giorno dopo lo rassicura: «È tutto a posto». Il misterioso «quello», ipotizza il Ros, sarebbe un certo «Nino», che ha un telefono intestato alla società Traforo del Frejus, con cui i due fissano un pranzo per il 25 marzo. Ad aprile è Rocco Girlanda che chiede a Cavallo il nome «dell'amico di Umberto», che per il Ros è il sottosegretario Del Basso De Caro», e Cavallo replica: «Roberto De Santis». Infine l'«uomo di Lupi» parla del compagno di regate di D'Alema con Perotti, ad aprile 2014, accennandogli alla «costituzione di un consorzio con tale Vito, cui è interessato anche De Santis (...): “C'ho già l'appuntamento con Roberto e poi vediamo di capire”». E infine, a settembre scorso, De Santis invita Cavallo a un pranzo a tre con Fiorillo per «focalizzare una cosa che questa estate, diciamo, stando in compagnia (...) ho pensato alcune cose che poi del tutto casualmente anche Luigi ha iniziato a ragionare su questa cosa».

Anche i pm fiorentini hanno cercato di ragionare.

De Santis non è indagato, ma la procura l'ha fatto perquisire per il legame con Cavallo, copiando anche il contenuto del suo smartphone e del suo Ipad.

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