Cronache

Spuntano nuovi reperti sulla strage di Erba. L’avvocato Troiano parla ad Oggi: "Non ricordo"

I reperti conservati al tribunale di Como erano stati tutti bruciati poche ore prima che la Cassazione si pronunciasse sulla loro analisi, il 12 luglio scorso. Poi, all’improvviso, erano spuntati altri cinque plichi. E ora emerge un nuovo scatolone di materiale

Spuntano nuovi reperti sulla strage di Erba. L’avvocato Troiano parla ad Oggi: "Non ricordo"

Ma quanti sono questi reperti sulla strage di Erba? In teoria, quelli conservati al tribunale di Como, erano stati tutti bruciati poche ore prima che la Cassazione si pronunciasse sulla loro analisi, il 12 luglio scorso. Poi, all’improvviso, erano spuntati altri cinque plichi, uno dei quali misteriosamente aperto senza relativo verbale e contenente un cellulare di Raffaella Castagna. Ora emerge un nuovo scatolone di materiale.

Lo rivela il settimanale Oggi in edicola, raccontando che stavolta si tratta di porzioni di tessuto, tamponi di sponde del letto e un enigmatico “prelievo in bianco”. L’ennesimo colpo di scena avviene accompagnato da un’intervista esclusiva del settimanale al primo avvocato di Olindo Romano e Rosa Bazzi, Pietro Troiano. Un’intervista piena di «non ricordo». O, quando ricorda, ricorda male. In particolare, in merito al famigerato video confessione di Rosa Bazzi al criminologo Massimo Picozzi che tanto ha fatto discutere negli ultimi mesi, il legale dice che «il dischetto con la confessione di Rosa non è uscito dal mio studio».

Invece agli atti, a quanto apprende Il Giornale, risulta depositato a sua firma. Sostiene poi il legale che era stata fatta anche una relazione psichiatrica «di Picozzi che probabilmente avrei depositato con il video se ci avessero concesso il processo con rito abbreviato». Ma, rileva Oggi, la relazione non è firmata. Così come non risulta depositata alcuna querela per un presunto stupro di Azouz ai danni di Rosa insieme al video: la ragione per la quale, secondo il criminologo Picozzi, sarebbe stato depositato il video. Anche qui c’è una netta discrasia con Troiano, che al giornalista Giangavino Sulas dichiara: «Forse erano scaduti i termini per fare querela. O forse la strategia difensiva non lo prevedeva». E aggiunge in maniera sorprendente: «Per me Azouz è solo gossip. Niente altro». Inquietante, infine, il passaggio sulle confessioni. Rosa aveva infatti accusato Troiano di non essere stato sempre presente ai suoi interrogatori, nel corso dei quali le vennero mostrate le foto della strage. Quando il cronista chiede all’avvocato come mai avesse consentito che agli imputati fossero mostrate le foto, questi risponde: «Non mi ricordo questo passaggio. Se fosse successo mi sarei opposto». E la cosa è inquietante perché i coniugi videro certamente le foto della strage. Lo ricordò nella sua requisitoria lo stesso pm Massimo Astori. Risulta da un verbale del 6 giugno 2007.

E pure in un audio mai trascritto scovato proprio dal settimanale Oggi. Ora, la domanda è semplice: dove si trovava allora l’avvocato Troiano mentre ai suoi assistiti venivano mostrate le immagini del massacro con i dettagli che solo gli assassini (e chi aveva visto le foto) potevano conoscere? Ha dunque ragione Rosa Bazzi?

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