Cronache

Stamina, il verbale dei tecnici: "Possibili danni neurologici"

I risultati del primo comitato: "Si sospetta l’uso di siero fetale bovino". Ma Vannoni: "Sappiamo cosa iniettiamo". E la Lorenzin: "Via a un nuovo comitato"

Stamina, il verbale dei tecnici: "Possibili danni neurologici"

Pericolosa e scadente. Con questi due aggettivi il tavolo tecnico composto da Nas, Istituto Superiore di Sanità, Centro Nazionale Trapianti e Agenzia del Farmaco (Aifa) aveva giudicato la tecnica Stamina nei verbali dello scorso anno. "Non esiste documentata efficacia del metodo Stamina Foundation", riporta il verbale che l’Ansa ha potuto anticipare e che non nasconde certo le preoccupazioni legate alla "pratica di utilizzare cellule provenienti da un paziente e infuse in un altro paziente".

Dalle carte dell’indagine della procura di Torino emerge che sono stati gli scantinati di edifici di varie località italiane, e anche a San Marino, a tenere a battesimo la terapia Stamina di Davide Vannoni. Strutture che l’Ordine dei medici aveva già bocciato nel 2008. Sono tuttavia i possibili effetti derivanti dal metodo Stamina a preoccupare maggiormente: si passa dalla trasmissione di virus all'insorgenza di tumori. L’elenco completo è contenuto in un documento redatto dal pm Raffaele Guariniello e dai suoi collaboratori nel 2012. La biopsia midollare, la manipolazione delle cellule staminali, le reintroduzioni mediante puntura lombare, i "medicinali imperfetti", viste anche le condizioni di lavoro, non erano esenti da controindicazioni anche gravissime: si parte da "nausea e cefalea" per arrivare alle meningiti batteriche, dagli ematomi ai traumi midollari, fino alle "localizzazioni cellulari atipiche e incontrollate" e al "rischio di insorgenza di tumori dovuti alla possibile selezione e trasformazione di cellule preneoplastiche durante le manipolazioni in vitro". Non solo. Alla base della bocciatura del tavolo tecnico al metodo Stamina, che presuppone l’uso di siero fetale bovino nei terreni di coltura, ci sarebbero anche timori su possibili "danni neurologici" e altri "effetti collaterali dopo infusione, da verificare nel tempo".

Per quanto riguarda la dose di infusione, poi, il verbale del tavolo tecnico la definisce "omeopatica". Lo stesso concetto usato dal ministro alla Salute Beatrice Lorenzin in mattinata quando ha incontrato il padre di Noemi, la bimba abruzzese di 18 mesi per cui il giudice ha autorizzato la cura. "Il metodo Stamina non esiste dal punto di vista scientifico, non abbiamo ancora le prove. Vediamo quando sarà provato o non provato. In realtà - ha spiegato la titolare della Salute - l'altro comitato aveva già dato il verdetto, vediamo cosa farà il secondo". Nei prossimi arriverà il decreto di nomina del nuovo Comitato scientifico che dovrà valutare la possibilità di sperimentazione del metodo Stamina. Dopo la decisione del Tar del Lazio, un nuovo Comitato e nuovi risultati accorciano i tempi di un appello.

"Tutte le analisi ce le abbiamo e sappiamo cosa iniettiamo - ha replicato Vannoni - sono cellule staminali sicure. Ma ora la parola passerà ai pazienti, che porteranno in conferenza stampa le loro analisi. Sarà invitato anche il ministro della Salute: come io non sono scappato in questi giorni dalle accuse infamanti che mi hanno rivolto, Lorenzin abbia il coraggio di farsi vedere e di vedere i risultati ottenuti da queste persone". Intervistato dall’Adnkronos Salute il presidente di Stamina Foundation ha spiegato che il ministero della Salute è in possesso di tutte le cartelle cliniche dei pazienti in cura agli Spedali Civili di Brescia.

"Ma come sappiamo lì ci si limita a indicare che non ci siano effetti collaterali - ha concluso - le famiglie presenteranno invece le valutazioni e le analisi effettuate da oltre 50 medici diversi che certificano i miglioramenti".

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